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Da Almaviva a Pfizer, Milazzo e Siracusa: le crisi delle imprese in Sicilia

"Almaviva, Pfizer, raffineria di Milazzo e petrolchimico di Siracusa: in una sola settimana dall’apparato produttivo siciliano sono giunti segnali allarmanti che rischiano di tradursi nella perdita di migliaia di posti di lavoro. I nodi stanno venendo al pettine certificando da un lato il disinteresse del governo nazionale, dall’altro l’incapacità della politica siciliana di anticipare i problemi o anche solo di reagire nel momento in cui questi si presentano". Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino. "Qui in Sicilia - aggiunge - la politica si gingilla con i posizionamenti preelettorali non curandosi dei problemi reali, mentre a livello nazionale ci si presenta una ritrovata stabilità di un governo che non è evidentemente nè interessato né in grado di affrontare i problemi del Mezzogiorno". Mannino rileva che "siamo di fronte al crollo dell’apparato produttivo , settori come il commercio e il turismo arrancano, non c'è stata una inversione di tendenza e temiamo che anche con il Pnrr, che peraltro in settori come i trasporti non presenta risorse aggiuntive, non si disegni una prospettiva di sviluppo".

Per Mannino, "i ministri Giorgietti e Cingolani dovrebbero essere i primi a segnare una reazione sul crollo di pezzi importanti dell’apparato produttivo siciliano mettendo in campo un’azione per una inversione di tendenza. Invece danno segnali contraddittori, relegando la questione Sud a puro enunciato ma di fatto poi non incentivando lo sviluppo dell’apparato produttivo siciliano e la transizione energetica e digitale". Quanto alla politica siciliana, il segretario della Cgil Sicilia parla di "mancanza totale di autorevolezza che si traduce in un’azione stagnante. Non ci sono problemi irrisolvibili- osserva Mannino- a partire da quello della carenza di personale per la progettazione. Come Cgil abbiamo da tempo proposto la creazione di un’Agenzia regionale per lo sviluppo, attraverso la quale cercare le soluzioni affinché le risorse che arrivano non vengano sprecate ma investite per creare sviluppo vero. Rilanciamo la proposta".

Mannino rileva che "nel contesto dato sempre più in difficoltà sono donne e giovani in un mercato del lavoro non in grado di accoglierli". "Oggi stando così le cose - afferma il segretario della Cgil - la Sicilia rischia di avere il colpo di grazia dalla pandemia con il baricentro del paese che si sposta sempre di più a Nord e noi qui al sud sempre più isolati economicamente ma anche fisicamente a causa di un sistema dei trasporti inadeguato Tutto ciò mentre le istituzioni locali stanno a guardare e dal canto loro non producono nulla". "Non siamo Cassandre - dice Mannino - ma è ora di vedere le cose per come stanno con l’auspicio di un colpo di reni della nostra Sicilia prima di arrivare al fondo. Come Cgil - conclude - rilanceremo la mobilitazione 'Il lavoro in piazza per cambiare la Sicilià che farà tappa a Ragusa sul tema delle infrastrutture, a Termini Imerese e Milazzo per le politiche industriali. Nostro obiettivo è tenere accesi i riflettori sulla crisi e rivendicare soluzioni".

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