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Pnrr, gli atenei siciliani pronti pronti a partecipare ai progetti di ricerca con le imprese

L'Universtà di Palermo

«L’ecosistema universitario siciliano si è dimostrato molto resiliente negli ultimi 5 anni ed è desideroso di partecipare a progetti di ricerca congiunti con il sistema delle imprese. Il Mezzogiorno avrà a disposizione per i prossimi anni oltre 200 miliardi di euro, molti dei quali dedicati alla ricerca e alle partnership pubblico-private nell’innovazione. Pensiamo che su questo punto si giochi buona parte dell’attrattività della Sicilia per gli investimenti». Lo ha detto Cetti Lauteta, responsabile Scenario Sud, The European House-Ambrosetti, nel corso della terza riunione dell’Act Tank Sicilia, la piattaforma di analisi e confronto attivata in collaborazione con la Regione siciliana e con la partecipazione di Eni, UniCredit, Fondazione Sicilia e Gruppo Arena «per concretizzare un piano di sviluppo per l’eccellenza della Sicilia e individuare progettualità ad alto impatto per lo sviluppo del territorio».

I lavori sono stati aperti dai saluti da Salvatore Cuzzocrea (Rettore UniMe) e Pio Parma (senior consultant area scenari e intelligence, The European House - Ambrosetti). Oggetto della tappa è stata la discussione sulle sfide e opportunità che si presentano sul fronte della innovazione, formazione e ricerca, «per consolidare un ecosistema dell’innovazione e di collaborazione pubblico-privata, anche facendo leva sui finanziamenti provenienti dall’Europa e dal Governo italiano attraverso il Pnrr».

«L’Università di Messina - ha commentato Cuzzocrea - è pronta a contribuire attivamente allo sviluppo di un’ecosistema di innovazione in Sicilia, in collaborazione con le altre Università del territorio, con gli organismi di ricerca, le Istituzioni e le imprese. La multidisciplinarità e le interconnessioni pubblico-private giocheranno un ruolo decisivo per le prossime sfide sociali, ambientali e per il benessere dell’uomo a cui siamo chiamati a dare risposta, rafforzando la competitività in settori strategici del panorama siciliano e valorizzando le risorse chiave locali».

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