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Cybersicurezza, ecco i tre profili più richiesti in Italia

Simulatore di attacchi informatici, hacker etico, analista di scenari. Sono i tre profili di lavoro più richiesti dalle aziende in Italia in ambito cybersicurezza, un settore in forte espansione con l’accelerazione della digitalizzazione e il conseguente aumento della criminalità online. In Italia il problema del talent shortage, ovvero la difficoltà dei datori di lavoro nel reperire le persone con le giuste competenze, si attesta al 76% come emerso dalla ricerca condotta da ManpowerGroup. A fare il punto è l’ultimo Rapporto Clusit sulla cybersicurezza che ha delineato una situazione mondiale da allarme rosso: in sei mesi gli attacchi «devastanti“ sono passati dal 49% al 74%.

Nel nostro Paese sta prendendo forma l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza, istituita con la legge del 4 agosto 2021, che a regime avrà 800 dipendenti del più alto livello (si parte con 300 unità) presi dalla Pubblica amministrazione e in seguito anche attraverso gare e chiamate dirette.

Per far fronte alla carenza di talenti in questo settore le aziende oggi si affidano sempre di più a cacciatori di teste con un aumento delle richieste di profili tecnici a discapito dei profili manageriali che nei primi sei mesi del 2021 - spiega il Rapporto - hanno subito una leggera flessione. Secondo l’analisi dei dati di Linkedin Talent Insights e di Experis Italia, i professionisti del settore sono in Italia sono circa 6.000. La durata media di impiego è di un anno e mezzo, in linea con la media dei professionisti in ambito tecnologico. Le regioni italiane in cui si trova la maggiore concentrazione sono Lombardia, Lazio e Piemonte; mentre le università più frequentate dagli esperti di cybersecurity sono la Sapienza di Roma, l’Università degli Studi di Milano, il Politecnico di Milano e il Politecnico di Torino.

Al primo posto nella ricerca delle aziende italiane in ambito cyber c’è il Penetration Tester, un profilo richiesto soprattutto in ambito bancario. Analizza le vulnerabilità e simula possibili attacchi con l’obiettivo di segnalare debolezze interne dei sistemi. Di questi profili, circa il 46% ha cambiato lavoro durante l’ultimo anno, un forte segnale della direzione del mercato. Al secondo posto c’è l’’Ethical Hacker’, richiesto nel settore difesa e nelle società di prodotto. Il compito è quello di contrastare preventivamente eventuali attività criminali di ‘hacker malignì sviluppando soluzioni di sicurezza. Infine, il ‘Security Consultant’ richiesto soprattutto dalle società di consulenza: supporta le aziende nelle valutazioni di rischio, analizza tutti i possibili scenari, studiando policy e procedure di sicurezza dei vari dipartimenti e dell’infrastruttura IT e porta l’azienda a rispettare i principali standard di sicurezza informatica internazionali. Anche nel campo della cybersicurezza la strada verso la parità di genere è ancora lunga. Secondo i dati di Linkedin Talent Insights, si riscontra il 30% di presenza femminile sul comparto di professionisti di tecnologia, che scende al 22% nel settore specifico della cyber.

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