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Mancano camionisti, la Gran Bretagna concede 10 mila visti post-Brexit

Dopo giorni di lunghe code ai distributori, causati dalla persistente penuria di autotrasportatori e dalla crisi del gas, il governo conservatore decide di concedere nuovi permessi di lavoro

Carburanti

La crisi dell’energia e dei trasporti in Gran Bretagna non conosce fine e infiamma la polemica anche di domenica. Dopo giorni di lunghe code ai distributori e allarmi per la carenza di carburanti, causati dalla persistente penuria di autotrasportatori e dalla crisi del gas, il governo conservatore è arrivato a concedere fino a 10.500 visti di lavoro temporanei per risolvere la situazione ormai degenerata nei rifornimenti e con i cittadini nel panico.
Si tratta di una scelta decisamente inaspettata sul fronte immigrazione nello scenario post-Brexit, in cui si punta invece a un contenimento degli ingressi nel Paese tramite un sistema del tutto nuovo. Ma servono camionisti anche dall’estero, dopo che molti lavoratori stranieri hanno lasciato il Regno uscito dall’Ue. Nonostante la misura d’emergenza le reazioni delle imprese coinvolte e degli autotrasportatori sono state negative. Secondo Brian Madderson, presidente della Petrol Retailers Association (Pra), che rappresenta circa 5.000 stazioni di servizio nel Paese, la decisione dell’esecutivo non risolve il problema nel breve termine: «Potremmo vederne i benefici più avanti in autunno, quando i conducenti inizieranno a lavorare. Ma nel brevissimo termine gli acquisti trainati dal panico stanno causando problemi davvero seri».
I visti di tre mesi, validi da ottobre a dicembre, dovranno rispondere alla mancanza di autisti di mezzi di pesanti, ma anche di personale in altri settori chiave dell’economia britannica, come quello degli allevamenti di pollame. Negli ultimi giorni, nonostante le rassicurazioni del governo di Boris Johnson, i distributori di benzina sono stati presi d’assalto per paura del ritardo delle consegne di carburante, una situazione che ha riguardato anche i reparti di prodotti agroalimentari in negozi e supermercati. Tanti gli allarmi lanciati da settimane da numerosi settori economici, in particolare per la mancanza di circa 100.000 camionisti.
Il ministro dei Trasporti, Grant Shapps, ha tentato di alleviare la tensione presentando una serie di altre azioni (fra cui mobilitare gli istruttori del ministero della Difesa per sveltire gli esami delle patenti per mezzi pesanti), ma poi ha scatenato un’altra polemica, accusando la Road Haulage Association (Rha), che rappresenta il settore autotrasporti, di aver innescato con alcune dichiarazioni una «corsa alle stazioni di servizio». Il portavoce della Rha, Rod McKenzie, ha affermato che si tratta di «un’assurdità assoluta». Tensioni che non fanno che accrescere le difficoltà mentre milioni di britannici temono di avere problemi anche per il riscaldamento durante la stagione invernale visto che, a causa dei prezzi del gas all’ingrosso schizzati alle stelle, i fornitori continuano a fallire. Dopo il crollo di Avro Energy e Green, quest’anno sono arrivate a nove le aziende del settore che hanno chiuso i battenti. In tutto fornivano gas a quasi due milioni di famiglie. (ANSA).

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