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Reddito di cittadinanza senza stop di 3 mesi e novità per le famiglie numerose

Cambiamento della scala di equivalenza facendo valere di più la presenza dei minori in una famiglia, maggiore attenzione al territorio per quanto riguarda il peso dell’affitto sul sussidio e regole sulla prova dei mezzi per ottenere il reddito di cittadinanza: sono alcuni dei temi di cui si sta discutendo in vista della revisione del reddito di cittadinanza in modo che la misura non penalizzi le famiglie numerose come è stato finora e quelle residenti nelle grandi città del Nord che a parità di entrate sono in effetti più povere, secondo i criteri Istat, di quelle residenti in un piccolo paese del Sud.

Al momento non ci sono indirizzi definiti, ma il Comitato scientifico presieduto dalla professoressa Chiara Saraceno sta mettendo a punto delle proposte sulla parte sul sussidio piuttosto che su quella sulle politiche attive da presentare entro la metà di ottobre che saranno esaminate dalla politica. Si stanno inoltre quantificando i costi nell’eventualità di una discussione sull'eliminazione della pausa di tre mesi prevista ora dopo 18 mesi che si percepisce il sussidio.

Si potrebbe lavorare sull'eliminazione di questa pausa solo per le famiglie con minori. Al momento il reddito di cittadinanza è andato prevalentemente ai single (il 44% dei beneficiari) mentre le famiglie numerose, quelle di appena cinque componenti, sono appena il 7,7% della platea degli assistiti. In pratica a luglio hanno ricevuto il sussidio 610.683 famiglie composte da una sola persona e 106.783 con cinque componenti.

Questo è legato ai criteri per ottenere il reddito che danno valore uno al primo componente, 0,4 agli altri maggiorenni e appena 0,2 ai minori. Tra le ipotesi di modifica c'è l’innalzamento di questo 0,2 che dovrebbe far aumentare il reddito al di sotto del quale si è considerati poveri e meritevoli di tutela e l’importo al quale si potrebbe avere diritto. In pratica adesso per avere il sussidio bisogna avere un reddito inferiore a 6.000 euro l’anno se si è da soli e a 10,800 euro (sempre che non si sia in affitto) se la famiglia si è una coppia con due figli minori.

Se si alzasse dallo 0,2 allo 0,3 la scala per i minori il limite per poter chiedere il sussidio si alzerebbe a 12,000 euro. Ma tra i temi sul tavolo ci sono anche le disparità territoriali in termine di costo della vita e si potrebbe ipotizzare un valore diverso della parte del reddito legata all’affitto a seconda della residenza. Potrebbe essere rivista anche la parte legata alla prova dei mezzi per ottenere il beneficio limitandola all’Isee che contiene in sé già la valutazione del patrimonio e del reddito.

Si ipotizza poi anche una discussione sul requisito di residenza per gli extracomunitari riducendolo da 10 a cinque anni, ma questo è uno dei temi sui quali la maggioranza potrebbe darsi battaglia. Già al momento la situazione è molto tesa con il leader di Italia Viva, Matteo Renzi che ha annunciato la presentazione di un referendum per abrogare la misura chiedendo di utilizzare queste risorse per creare lavoro (negli ultimi quattro mesi la spesa si è attestata sui 750 milioni al mese) e il Movimento cinque stelle che difende la misura simbolo del primo Governo Conte.

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