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Pronta la riforma della cassa integrazione, perplessi sindacati e imprese

Piace l'idea di un sistema universale di protezione, ma resta da sciogliere il nodo della sostenibilità dei costi

Il ministro Andrea Orlando entra nel vivo del cantiere delle riforme del lavoro e illustra alle parti sociali l’impianto della riforma degli ammortizzatori sociali, annunciando per il 2 settembre il confronto con i sindacati e le associazioni delle imprese sulla riforma delle politiche attive. Sul primo fronte convince il percorso verso un sistema universale di protezione, un ammortizzatore unico più inclusivo, ma il confronto in videoconferenza con il ministro non spazza via le perplessità già espresse dopo le anticipazioni circolate nei giorni scorsi: non mancano «passi avanti» ma «restano nodi irrisolti», commentano le parti.

Lo scoglio che resta da superare è in particolare uno, quello della «sostenibilità per tutte le tipologie e dimensioni di impresa», come sottolinea l’Alleanza delle Cooperative: «L’impatto sul costo del lavoro, ed in particolare su micro e piccole imprese, di quello che sarà il nuovo sistema di contribuzione. Per i leader dell’Alleanza delle Coop - lo sottolinea il presidente Mauro Lusetti anche a nome dei copresidenti Maurizio Gardini e Giovanni Schiavone - il costo di una riforma di questa portata non può essere posto esclusivamente in capo alle imprese», va «sostenuto da tutti i soggetti ad oggi coinvolti», a partire dallo Stato «che dovrebbe garantire una fase transitoria minima di almeno tre anni prima dell’entrata a regime della riforma oltre ad attuare, attraverso la riforma fiscale, una riduzione del cuneo fiscale contributivo in grado di controbilanciare l’aumento dei costi» che dovranno sostenere le micro e piccole imprese che passeranno dal ricorso al fondo di integrazione salariale all’estensione del sistema della Cig.

Anche Confartigianato «condivide le linee guida della riforma», ma - avverte il presidente Marco Granelli - resta «in attesa di indicazioni determinanti sulla contribuzione e di poter quindi valutare l’impatto sul costo del lavoro». Anche per Confcommercio sono «necessari chiarimenti ed approfondimenti per arrivare ad una proposta condivisa che tenga insieme inclusività delle prestazioni e sostenibilità contributiva». E Confesercenti teme una «stangata del tutto ingiustificata» su turismo e terziario.

Sono preoccupazioni condivise anche dal fronte sindacale, con «forte perplessità» della Cisl per la «coesistenza di un ammortizzatore ordinario e di un ammortizzatore straordinario per tutti i datori di lavoro. Si rischia di introdurre nuove e maggiori aliquote contributive senza che ciò corrisponda ad una effettiva esigenza, con costi eccessivi proprio da parte di quei datori di lavoro che si vorrebbe sostenere». Più in generale, per il leader della Cisl, Luigi Sbarra, è positivo il giudizio sulle linee guida della riforma. Ma avverte: «Dobbiamo ancora migliorare e rafforzare misure, strumenti, regole di utilizzo». Ed il il leader della Uil, PierPaolo Bombardieri, dice: «Il Governo ha accolto alcune nostre richieste ma restano ancora altre questioni da affrontare nei tavoli che ripartiranno già nei primi giorni di settembre». Quello con il ministro è stato «un confronto ancora interlocutorio che non ha portato i significativi passi in avanti che ci saremmo aspettati», dice il leader della Cgil, Maurizio Landini.

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