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Uil Sicilia: "Futuro incerto per i lavoratori di Monte dei Paschi in Sicilia"

Gino Sammarco

“No a soluzioni frettolose per i lavoratori e gli sportelli del Monte dei Paschi in Sicilia – dichiarano Gino Sammarco, dirigente Uilca e responsabile economia e finanza Uil Sicilia e Claudio Barone, segretario generale Uil Sicilia. Dai  rumors raccolti sembrerebbe che le filiali siciliane potrebbero essere destinate alla Banca Popolare di Bari, Gruppo Mediocredito Centrale, posto che Unicredit, avendo  già una presenza diffusa in Sicilia, non ha alcun interesse commerciale ad acquisire le filiali di Monte Paschi  in Sicilia la cui sovrapposizione geografica  stimolerebbe certamente un intervento dell’ Antitrust sul controllo della concorrenza in materia creditizia“.

“Tutto ciò drammaticamente creerà  gravi  problemi di esubero di  personale e di mobilità per i lavoratori e le loro famiglie  che il sindacato gestirà con la massima attenzione. Non vorremmo che si perpetrasse un ulteriore chiusura di sportelli bancari lasciando così tanti altri comuni senza un’agenzia, continuando  quel processo di desertificazione del tessuto creditizio isolano che gravemente ostacola la ripresa delle piccole imprese e crea disagi alle famiglie. Lo spettro dell’usura peraltro in questo contesto incerto aleggia sulle categorie più deboli e non solo praticando tassi anche superiori al 100% ed acquisendo alla fine le piccole attività commerciali.

Monte dei Paschi di Siena è la terza banca in Sicilia, dopo Unicredit ed Intesa, per numero di filiali e di lavoratori, circa 95 agenzie e più di 1.000 dipendenti.  Molto radicata nella nostra Isola per aver acquisito nel tempo più banche in Sicilia.

Tanti gli esuberi che dovranno  essere gestiti esclusivamente  su base volontaria, almeno 200  in Sicilia, e che toccheranno i lavoratori più vicini alla pensione .”

Sammarco e Barone dichiarano tra l’altro che  “il sindacato utilizzerà tutto il proprio peso affinchè questo delicato momento non abbia conseguenze sui lavoratori, sulle loro famiglie e sul già fragile tessuto economico siciliano.”

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