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Draghi oggi alla Camera per il Recovery, l'appello di Leoluca Orlando: "Il sud non sia escluso"

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a Palazzo Chigi

Calato il sipario sul confronto con l'Unione Europea il presidente del Consiglio Mario Draghi avanza a grandi passi verso l'ultima tappa del suo Recovery Plan: il voto di Camera e Senato. Oggi presenterà il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a Montecitorio con replica prevista martedì mattina per dare ampio spazio al dibattito. Martedì toccherà al Senato. Intanto da Palermo arriva l'appello del sindaco, Leoluca Orlando: "Il Mezzogiorno e i suoi cittadini non possono essere esclusi dagli interventi europei".

Il via libera non è in discussione, vista la larghissima maggioranza su cui può contare Draghi. Ma il discorso del premier è ugualmente atteso. E il capo dell'esecutivo, spiegano fonti di governo, farà innanzitutto appello alla "filosofia di fondo" che innerva le 337 pagine del Pnrr: la sfida è fare in modo che una volta sconfitta la pandemia l'Italia torni a crescere.

È una sfida, invero, sulla quale anche a Bruxelles, fino al Cdm di sabato notte, nutrivano qualche dubbio. Il Pnrr è, come spiega Palazzo Chigi, un "piano epocale" e, si sa, spesso l'Italia - complice un'endemica instabilità dei suoi governi - non è riuscita a mantenere le promesse. Anche per questo Draghi, garante numero uno della buona riuscita del piano di fronte alla commissione Ue e a Ursula von Der Leyen, dovrà procedere a tappe forzate per le prime attuazioni delle macro-riforme previste nel Recovery italiano.

L'ex governatore della Bce non ha tutto il tempo che vuole: nella primavera del 2023, al massimo, il suo mandato a Palazzo Chigi terminerà. E a Bruxelles il dato non è passato certo inosservato. C'è, inoltre, la questione della prima tranche di fondi Ue - oltre venti miliardi - che l'Italia punta ad ottenere a luglio.

Roma, rispetto ad altre capitali europee, non è particolarmente indietro. Ma Draghi, tassativamente, ha intenzione di inviare a Bruxelles il Pnrr il 30 aprile, sebbene la data non sia obbligatoria. L'Italia deve essere e sarà all'altezza del Recovery, rispettando i parametri europei, è uno dei punti che potrebbero essere rimarcati nel discorso del premier in Aula. Il Consiglio dei ministri per il sì definitivo al Pnrr, secondo fonti di governo, potrebbe cadere giovedì. E, nella stessa riunione non è escluso che Draghi affronti l'altro dossier caldissimi di fine aprile: il decreto imprese chiamato a dare i nuovi sostegni alle attività chiuse dalle restrizioni anti-Covid. Decreto che, nella maggioranza, potrebbe innescare ulteriori tensioni dopo lo strappo della Lega nel Cdm sull'ultimo provvedimento anti-Covid.

Su aperture e gestione della pandemia la maggioranza fibrilla, le sortite di Matteo Salvini chiamano il Pd quasi ad un aut-aut rispetto alla Lega e il pressing di Giorgia Meloni non si attenua. Non a caso, oltre all'Odg presentato da Fdi contro il coprifuoco - che sarà votato martedì - il 28 aprile il Senato sarà chiamato a discutere la mozione di sfiducia presentata da Meloni contro il ministro Roberto Speranza.

Del resto, anche sul Recovery l'opposizione di Fdi è netta. Nel mirino, i tempi strettissimi in cui le Camere dovranno leggere e votare il Pnrr. "Al capo dello Stato sta bene così? Fratelli d'Italia non sarà complice di questo scempio", sbotta Meloni. Critiche, le sue, condivise anche da Stefano Fassina di Leu.

"È un Pnrr di verso da quello votato a marzo, le Camere sono rimaste al buio". In mattinata, prima delle comunicazioni di Draghi previste alle 16, toccherà invece alla maggioranza forgiare la mozione con cui dire sì al Piano. Possibile che ci sia anche una riunione ad hoc. Sarà un lavoro certosino, in cui ogni partito rivendicherà i "propri" pilastri nel Recovery. Ma è nei primi decreti attuativi, a partire da quello sulla governance, che la strategia di Draghi dovrà vedersela con una maggioranza spuria come quella che lo sostiene.

Intanto da Palermo si alza la voce di Leoluca Orlando: "Il Mezzogiorno e i suoi cittadini non possono essere esclusi dagli interventi europei: l'Europa ha sospeso il patto di stabilità che continua invece ad applicarsi in Italia e al tempo stesso la Next generation Ue che dovrebbe superare le diseguaglianze sembra che non sia utile a questo scopo".

Il sindaco di Palermo commenta l'iniziativa dei sindaci del Mezzogiorno radunati a Napoli per rivendicare una equa ripartizione dei fondi del Recovery: "Vogliamo sapere se, così come una risoluzione parlamentare ha espressamente indicato - aggiunge -, il 40% delle risorse previste nel Recovery plan sia comprensivo anche delle somme già stanziate, nel qual caso sarebbe un autentico scippo ai danni del Mezzogiorno. E vorremmo sapere, territorio per territorio, qual è la ricaduta degli investimenti nazionali. Ad esempio - conclude Orlando - quanto degli 11 miliardi previsti per le ferrovie sarà destinato all'Alta velocità in Sicilia e nel Sud?".

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