Assunzioni nella pubblica amministrazione. "Abbiamo bisogno di immettere circa 150 mila persone ogni anno da qui al 2026 - dice il ministro Renato Brunetta su Qn - non soltanto per compensare le uscite, ma anche per rafforzare gli organici dei settori più sofferenti, come la sanità e gli enti locali".
Ma non è tutto. "In più dobbiamo reclutare personale qualificato per la realizzazione dei progetti del Pnrr: ci sarà un nuovo portale ad hoc - annuncia -. I prossimi decreti, uno sulle semplificazioni e l'altro sul reclutamento, che contiamo di approvare entro la prima decade di maggio, serviranno ad accompagnare il Pnrr: la nostra patente per dire a Bruxelles che ce la faremo".
La pandemia ha posto l'esigenza di modificare le modalità con cui si svolgono i concorsi. Per il ministro è stata l'occasione per cambiare passo su questo fronte. "Nell'ultimo decreto Covid abbiamo disegnato la rivoluzione dei concorsi pubblici - osserva - abbiamo riformato l'accesso a regime alla Pa, digitalizzando l'intero processo. Anche la prova orale potrà essere sempre svolta in videoconferenza. Basta carta e penna, basta concorsi ottocenteschi; vogliamo tornare, insomma, a dare valore ai titoli di studio e ai percorsi formativi".
Ma la rivoluzione riguarda anche gli uffici. Lo smart working, dunque, è destinato a restare parte integrante della macchina amministrativa. "Rimettere al centro del rilancio il capitale umano pubblico è la mia missione. Lo meritano i dipendenti pubblici e che hanno rappresentato il primo fronte contro la pandemia. Ma lo meritano soprattutto i cittadini e le imprese, che hanno diritto a servizi pubblici efficienti". Il ministro è convinto che "lo smart working dovrà restare uno strumento del lavoro pubblico e dovrà essere regolato dal contratto, per evitare ogni abuso a danno dei dipendenti. Ma dovrà anche essere ancorato a tre variabili: efficienza, produttività e customer satisfaction. Se le migliora bene, altrimenti si lavora in presenza".
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