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Assegno unico da 250 euro per i figli da luglio, ecco i requisiti: "Agevolazioni anche dopo i 21 anni"

L'assegno spetterà dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, mese dopo mese, maggiorato dal terzo figlio e nel caso anche di bambini disabili

Arriva l'ora dell'assegno unico. La misura oggi otterrà il via libera definitivo al Senato e così da luglio sarà in vigore. 

Si tratta di un provvedimento che fa parte del Family Act e consiste in una quota che verrà data a ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, mese dopo mese, maggiorato dal terzo figlio e nel caso anche di bambini disabili. A beneficiarne saranno tutti, e la quota dipenderà dal reddito. "Quindi le famiglie meno abbienti riceveranno di più e le più ricche avranno solo una quota base", ha detto il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. Che ha anche voluto precisare: "L'assegno unico e universale arriva ai 21 anni, ma molte famiglie hanno figli più grandi e hanno delle detrazioni fiscali per loro. Ecco faremo una norma transitoria in attesa dell'approvazione del Family act per chi ha figli con più di 21 anni. Le famiglie italiane devono stare tranquille, non ci perderanno".

La promessa sono i 200-250 euro al mese a figlio a partire da luglio indicati dal presidente del Consiglio Mario Draghi. I fondi a disposizione sono 20 miliardi tra fondi degli aiuti pre-esistenti e nuovi stanziamenti, ma potrebbero aumentare, ha detto il ministro Bonetti. Il governo rassicura così i genitori, dopo che diverse analisi avevano indicato il rischio che alcune famiglie potessero essere penalizzate dall'assegno unico rispetto a quanto prendono oggi. Da ultimo, uno studio del Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l'infanzia aveva stimato che 1,35 milioni di nuclei avrebbero avuto una perdita mediana di 381 euro. Una clausola di compensazione integrale delle perdite, che consentirebbe di scegliere per il regime più favorevole costerebbe 800 milioni.
Il ministero dell'Economia è al lavoro sui "calcoli precisi" come ha detto Bonetti, che si è impegnata ad approvare quanto prima i decreti attuativi. La delega prevede un credito d'imposta o assegno mensile che andrà a tutte le famiglie, compresi incapienti e partite Iva, adesso esclusi da gran parte dei sostegni per i figli e sostituirà bonus, detrazioni per i figli a carico e l'assegno familiare.
Finora questo provvedimento è stato accompagnato dalla massima condivisione e approvato all'unanimità alla Camera e alla commissione Lavoro del Senato, tanto che è partita una gara a rivendicarne la paternità. "Dobbiamo prendere atto che un'idea passa dalla Leopolda alla Gazzetta Ufficiale", ha affermato Matteo Renzi. "Il faticoso affinamento delle leggi - gli ha risposto il deputato Pd Stefano Lepri - non si fa con gli effetti speciali delle convention, bensì con passione e pazienza". Lepri , promotore di due proposte di legge nel 2014 e nel 2018, con il capogruppo Dem Graziano Delrio, descrive l'assegno unico come un "merito principale (non esclusivo) del Pd" e "una grande riforma di iniziativa parlamentare".

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