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Turismo, da gennaio a settembre presenze dimezzate in hotel. In estate -74,2 milioni di turisti

Nel 2020 in tutta Europa i flussi turistici hanno subito un profondo choc. I dati provvisori dell’Italia relativi ai primi nove mesi dell’anno sono in linea con il trend europeo (-50,9% sul 2019, con quasi 192 milioni di presenze in meno). Il comparto alberghiero è quello in maggiore sofferenza: le presenze registrate nei primi nove mesi del 2020 sono meno della metà (il 46%) di quelle rilevate nel 2019, mentre quelle del settore extra-alberghiero il 54,4%. Emerge dai dati Istat sul Movimento turistico in Italia.

Nelle grandi città, cioè nei 12 comuni italiani con più di 250 mila abitanti, si è registrata una flessione delle presenze nei primi 9 mesi del 2020 pari al -73,2% e un andamento peggiore rispetto alla media nazionale (-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019). Lo rileva l’Istat in un rapporto sulla domanda nel settore turistico in Italia tra gennaio e settembre 2020. Per i comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica la diminuzione è del 54,9%, per quelli con vocazione marittima è del 51,8%. I comuni a vocazione montana, invece, registrano un calo inferiore alla media nazionale

Nel trimestre luglio-settembre le presenze totali di turisti sono state pari a circa il 64% di quelle registrate l’anno precedente, con una perdita di più di 74,2 milioni di presenze. Lo rileva l’Istat in un rapporto sulla domanda nel settore turistico in Italia tra gennaio e settembre 2020. L’istituto però sottolinea le 'performance divergenti' delle due campioni d’indagine: i pernottamenti dei clienti italiani raggiungono poco più dell’86% di quelli rilevati lo scorso anno, quelli relativi ai clienti stranieri appena il 40%.

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