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Incentivi auto anche nel 2021, spunta la proroga nella manovra

A un passo la proroga degli incentivi già in vigore sia per l'acquisto di auto elettriche e ibride sia per quello di auto a benzina e diesel di ultima generazione: sarebbe questo l'orientamento emerso al termine di una serie di riunioni di maggioranza sulla manovra.

Per finanziare la misura - secondo quanto si apprende - sarebbe necessario uno stanziamento che oscilla fra i 400 e i 500 milioni. Si sarebbe anche discusso dell'ipotesi di procedere in due tempi, fissando inizialmente un tetto al finanziamento da irrobustire successivamente con il nuovo scostamento ma questa opzione sarebbe tramontata per mancanza di condivisione.

I dati, del resto, parlano chiaro. Il mercato italiano dell'auto chiude in rosso, senza gli incentivi, il mese di novembre: le immatricolazioni sono state 138.405 auto, l'8,34% in meno dello stesso mese del 2019. Il dato è ancora più pesante se si considera che, senza il giorno lavorativo in più rispetto a novembre dell'anno scorso, la flessione sarebbe del 12,7%. Una frenata significativa che porta il volume di immatricolazioni da gennaio a quota 1.261.802, il 28,97% in meno dell'analogo periodo dell'anno scorso.

E' ancora forte nel mese l'accelerazione delle vetture ibride (+206,7%), plug-in ed elettriche che, grazie alle immatricolazioni di contratti precedenti che hanno beneficiato degli incentivi governativi, crescono nel mese rispettivamente del 403% e 350%.

In controtendenza rispetto al mercato Fca che registra, per il terzo mese consecutivo, un segno positivo con 4.566 consegne, l'1,4% in più dello stesso mese dell'anno scorso con la quota che sale dal 22,57% al 24,97% (+2,4%). Contribuiscono i nuovi modelli come le Jeep 4xe ibride plug-in, le Fiat Panda e 500 e la Lancia Ypsilon Hybrid, mentre tra i brand a novembre cresce soprattutto Jeep che registra un incremento del 18% dei volumi (7.022) e dell'1,1% della quota (5,1%) Negli undici mesi le immatricolazioni del gruppo sono 299.690, in calo del 28,83% sull'analogo periodo del 2019 e quota stabile al 23,7%.

Il calo del mercato, dunque, preoccupa gli operatori del settore che chiedono tutti a gran voce che nella nuova legge di bilancio siano rifinanziati gli incentivi. Dall'inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor di fine novembre emerge che "per il 98% dei concessionari l'affluenza negli show room è crollata a livelli infimi e per il 92% c'è stato un crollo nell'acquisizione di ordini, mentre l'indicatore di fiducia degli operatori è precipitato a quota 20,90, livello registrato solo nelle fasi più acute delle grandi crisi del 1993 e del 2008".

La previsione è che il 2020 chiuderà quindi con un volume inferiore a 1.400.000 unità. Per questo, per il presidente Gian Primo Quagliano, "è assolutamente necessario che le Camere approvino gli emendamenti alla Legge di Bilancio volti a rifinanziare gli incentivi alla rottamazione.Da studi accurati - spiega - emerge che anche per gli incentivi 2020 il costo per l'Erario è stato ampiamente compensato dal maggior gettito Iva sulle vetture vendute in più e che l'impatto sull'ambiente, in termini di risparmio di CO2, degli incentivi per le auto ad alimentazione tradizionale è stato superiore".

Concordano Anfia, Unrae e Federauto. "Con un mercato nazionale ed europeo ancora sotto pressione a causa della pandemia, negli ultimi mesi abbiamo assistito a un sensibile incremento del ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende automotive, una situazione che rischia di peggiorare se non verranno attivati, nel breve, interventi a supporto della domanda", sottolinea Paolo Scudieri, presidente dell'Anfia.

"Senza un nuovo intervento per il sostegno al mercato, il nuovo calo delle vendite - concorda Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto - pone le nostre aziende nella necessità di riattivare la cassa integrazione". "Non possiamo non ricordare che gli incentivi estivi hanno rappresentato certamente una boccata di ossigeno per costruttori e indotto industriale, ma soprattutto hanno prodotto un indubbio beneficio per l'ambiente", afferma Michele Crisci, presidente dell'Unrae.

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