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Coronavirus, salta il cenone per 6 milioni di italiani: perdita da 500 milioni di euro

L’addio al tradizionale cenone di fine anno fuori casa, colpisce quasi 6 milioni di italiani con un crack di circa mezzo miliardo per ristoranti, alberghi e agriturismi. È quanto emerge da una stima della Coldiretti sugli effetti del Dpcm che fissa le regole per le feste di Natale 2020, che obbliga alla chiusura serale dei locali in tutte le regioni cancellando di fatto i tradizionali veglioni di Capodanno, che segnano per molte realtà della ristorazione il picco degli incassi durante l’anno, con un spesa media che lo scorso anno ha superato gli 80 euro per persona.

A pesare - sottolinea la Coldiretti - è anche la decisione del coprifuoco di fine anno dalle 22 alle 7 del mattino seguente, che di fatto impedisce ogni forma di socialità a tavola, ostacolata peraltro durante tutte le feste dall’obbligo di chiusura alle 18 per tutte le attività di ristorazione, anche nelle regioni gialle.

In Italia i centri sotto i 5mila abitanti sono, infatti, 5.498, quasi il 70% del totale, secondo un’analisi Coldiretti dalla quale si evidenzia che ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei piccoli borghi italiani che rischiano di essere duramente colpiti dallo stop agli spostamenti e al turismo in montagna. La situazione di difficoltà - continua la Coldiretti - si trasferisce a cascata sull'intera filiera agroalimentare, dall’industria all’agricoltura, con un drastico taglio degli acquisti di prodotti alimentari e bevande da portare in tavola. La chiusura dei locali è infatti destinata a provocare un forte ridimensionamento - conclude la Coldiretti - nei consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci spariti dalle tavole lo scorso anno solamente nelle feste di fine anno. ITALPRESS

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