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La domenica delle nuove regole in Sicilia: panifici aperti, chiusi supermercati e centri commerciali

La domenica delle nuove regole in Sicilia: panifici, bar e ristoranti aperti, ma solo per l'asporto. Negozi, supermercati e centri commerciali chiusi.

Oltre all'asporto nella ristorazione, è consentita l'attività dei negozi di piante e fiori ma solo negli orari di apertura dei cimiteri. Aperte anche le farmacie, le parafarmacie, le edicole e le rivendite di tabacchi. Rimane consentita la vendita con consegna a domicilio dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

"L'attuale situazione emergenziale da Covid-19 comporta numerose complessità da gestire - si legge nella circolare della Regione, giunta ieri a fare chiarezza dopo giorni di polemiche -. Si fa appello al più alto senso di equilibrio e buon senso a cui devono essere ispirate le azioni delle amministrazioni locali e delle stesse istituzioni regionali, consapevoli che qualsiasi scelta intrapresa porta in sé atteggiamenti contrari ma anche di consenso. Le misure di distanziamento sociale e di isolamento sono oggi le uniche (mancando il vaccino) che possono far ridurre i contagi, i ricoveri ospedalieri e le vittime".

Intanto, non si fermano le polemiche sugli orari di apertura di bar e ristoranti, gli esercenti chiedono "un ritorno alla normalità": "Un ritorno a orari 'normali' rappresenterebbe una boccata d’ossigeno soprattutto per bar e ristoranti. Dopo un 'tregua' nella prima parte dell’anno, infatti, da maggio in poi c'è stato un crollo nel commercio e il numero delle imprese cancellate è cresciuto in maniera notevole rispetto alle iscrizioni. Però noi abbiamo bisogno di certezze e al momento si tratta solo di voci". L’ipotesi di un ritorno agli orari pre-Covid-19 a partire dal 3 dicembre (per una finestra che si richiuderebbe prima di Natale) seppure accolta con favore da Nunzio Reina, vice presidente della Camera di commercio di Palermo ed Enna e responsabile attività produttive Confesercenti Sicilia, viene giudicata come insufficiente per contrastare la grave crisi economica che ha colpito il settore travolto dagli effetti della pandemia.

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