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Reddito di cittadinanza, sempre più controlli su Isee e residenza: cosa fanno i Comuni

Non solo l'Inps ma anche i Comuni sono tenuti ad effettuare controlli più serrati sulle famiglie che percepiscono il Reddito di cittadinanza o la Pensione di cittadinanza. L'obiettivo è quello di verificare eventuali inadempienze o irregolarità su Isee, conti correnti e residenza degli aventi diritto.

Poiché i controlli delle amministrazioni locali devono concentrarsi principalmente su due requisiti, l'Isee e la residenza, è stato calcolato che ogni Comune dovrà procedere ai controllisu almeno il 5% delle famiglie che hanno ricevuto il sussidio. Il termine per presentare i risultati è il mese di ottobre attraverso la piattaforma informatica GePi (Piattaforma per la gestione dei Patti per l’inclusione sociale).

I controlli riservati ai Comuni derivano dall'accordo della conferenza stato-regioni, diramato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la nota prot. 8156/2019, nella quale viene spiegato nel dettaglio come si procederà a partire da settembre e ottobre.

I controlli si suddividono in due categorie. Sono ordinari quelli relativi a residenza e soggiorno; mentre sono straordinari i controlli che riguardano Isee 2020 e conti correnti. Per la verifica della residenza, ogni Comune dovrà inserire sulla piattaforma Gepi i tempi delle iscrizioni negli elenchi anagrafici e il Comune di provenienza dei nominativi per i quali sono stati effettuati i controlli. Le informazioni poi saranno trasmesse al Comune precedente che le inserirà a sua volta.

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