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Ferrovie: in Sicilia biglietti più cari del 10% ma i cantieri rischiano lo stop

Se i cantieri rischiano di fermarsi, ultimo caso la notizia di oggi dello stop dopo solo sei mesi dalla ripresa sulla Palermo-Messina per il raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono, da questo mese i pendolari dei treni siciliani dovranno sopportare un aumento del 10% sui biglietti e sugli abbonamenti.
Un rincaro "previsto", secondo il contratto di servizio firmato due anni fa e di durata decennale, e non evitato dalla Regione, che a dire il vero aveva le mani anche abbastanza legate su questa vicenda, ma che dopo aver evitato già a gennaio del 2019 un rincaro (quella volta del 7%), stavolta non si è opposta.
Dopotutto, questo è il pensiero di Regione e Trenitalia, se il servizio migliora, è giusto pagare di più. D'altro canto la Sicilia ha dei costi inferiori a molte altri luoghi in Italia, ma anche i servizi, nonostante i miglioramenti, non sono certo di prim'ordine.
L'aumento del costo de biglietti arriva subito dopo l'arrivo dei nuovi treni, che sono stati presentati in pompa magna le scorse settimane a Palermo (e giorno 8 ci sarà il bis a Catania) e che miglioreranno, una volta messi a regime, la circolazione in Sicilia, quantomeno "svecchieranno" la flotta. Il problema, semmai, è che i nuovi treni supertecnologici non possono viaggiare in molti luoghi nell'Isola, causa binari e infastrutture obsolete.
Tornando allo stop dei cantieri della Palermo-Messina a rischio stop, è arrivata anche la presa di posizione della Regione. "Prendiamo atto della presa di posizione di Rfi nei confronti di Toto costruzioni e la condividiamo. L’impresa dopo due anni venga allo scoperto e dica se ha un reale interesse o è nelle condizioni di portare a compimento la più importante opera pubblica della Sicilia", ha dichiarato l'assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, commentando la notizia della sospensione dei lavori del raddoppio ferroviario Messina-Palermo, da parte della ditta Toto costruzioni, a partire da martedì 7 gennaio.
"Vorrei ricordare - aggiunge l'esponente del governo Musumeci- che la Regione Siciliana è stata parte diligente con Rfi per una piattaforma contrattuale che riconoscesse o che venisse incontro alle richieste della Toto e tutto ciò nell’interesse al riavvio del cantiere e alla realizzazione opera. A distanza di otto mesi dalla ripartenza del cantiere, purtroppo, prendiamo atto che molto poco è stato fatto. Ci siamo stancati: o la Toto riprende i lavori in maniera concreta oppure vada via. Convocheremo un tavolo tecnico, giovedì 9 gennaio a Palermo, per definire la vertenza".  Le difficoltà sarebbero legate a un contenzioso in atto tra la stazione appaltante e la Toto.
In serata arriva la rassicurazione dell'azienda Toto: «La ripresa del cantiere è assicurata dopo l’intesa raggiunta solo tre giorni fa con il committente. Ma, visto che si tratta di una commessa complessa anche sotto il profilo organizzativo, la Società alla ripresa
della pausa natalizia provvederà innanzi tutto a riorganizzare e a pianificare le attività per riprendere gradualmente la piena operatività nelle settimane successive», dice, replicando ai sindacati e all’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone.
"Non c'è nessun allarme e stupisce la reazione polemica che si sta generando in queste ore. - prosegue la nota - La mancata ripresa dei lavori il 7 gennaio è il frutto di una situazione precedente. Come noto, i lavori sono stati interrotti dalla Toto nei primi giorni di novembre, in attesa di ricevere da parte di Rfi i pagamenti degli stati di avanzamento lavori".
"L'accredito delle somme è avvenuto solo lo scorso 31 Dicembre grazie alla piena collaborazione tra Rfi e la Toto.- conclude la
nota - Per tutto il periodo del blocco dei lavori, i dipendenti della Toto Spa sono stati regolarmente retribuiti nonostante il fermo delle attività".

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