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Nuove pagelle degli statali: i soldi non bastano, arriva "il migliore del mese"

Impiegato Statale

Finora i sistemi per incentivare i dipendenti pubblici a dare il meglio non hanno funzionato a dovere. Partono da qui le nuove linee guida per la misurazione e la valutazione delle performance individuali messe a punto dal ministero della Pubblica amministrazione. Il messaggio è chiaro: bisogna ripensare nelle fondamenta il sistema che permettere di redigere le pagelle dei dirigenti.

La ricompensa monetaria, secondo il documento, poco si addice all’amministrazione pubblica, tanto che i suoi esiti sono «parzialmente inefficaci», complici le risorse «esigue» a disposizione, almeno nella gran parte dei casi, e la dispersione del 'gettone' nelle mille voci che compongono la busta paga. Insomma da solo il riconoscimento monetario non basta, va affiancato, è il suggerimento dato ai diversi uffici pubblici, da gratifiche che facciano leva sulla formazione e sulla reputazione. L’invito è a sperimentare «attività di coaching e di mentoring» personalizzate, soprattuto per i più giovani.

Funzionerebbero poi anche le formule per eleggere all’interno dell’organizzazione i «best performer», individuando il «miglior dipendente del mese» e pubblicizzando l’iniziativa tramite newsletter o attraverso l’intranet. C'è poi la possibilità di unire le due cose, conferendo il ruolo di formatori interni ai «best performer». Si potrebbe, quindi, iniziare da qui per evitare il ripetersi di premi a pioggia. Posto che al merito andrebbero legate le promozioni e l’assegnazione di incarichi di responsabilità. Questo, stando sempre alle linee guida, consiglia la letteratura in materia. Ma c'è molto altro da fare. Perché non basta pensare ai meritevoli. C'è, infatti, l’altra faccia della medaglia, quella dei dipendenti che sfuggono ai propri compiti o peggio. A riguardo, il ministero ricorda come ogni ufficio debba dettagliare cosa «si intenda per valutazione negativa, definendo, ad esempio, una soglia di punteggio minima».

Le conseguenze delle bocciature invece sono già disciplinate per legge, che per i recidivi prevede perfino il licenziamento. La sanzione massima scatta dopo tre anni consecutivi in cui non si fa altro che collezionare 'insufficienzè. Spiegando il senso delle nuove linee guida la ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ha anche sottolineato la necessità di allargare la platea dei valutatori, aprendo ai giudizi «dal basso», per uscire da una logica autoreferenziale e migliorare così i servizi resi ai cittadini. Impegno a cui danno risalto le parole pronunciate dal premier Giuseppe Conte durante la conferenza di fine anno.

Lo sforzo sulla digitalizzazione e l’alleggerimento burocratico è pienamente condiviso dalla ministra che in un tweet assicura: «Il Governo lavora per mettere la macchina dello Stato al passo con i tempi e per fare in modo che sia di supporto alle imprese».

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