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Nuova Imu e addio Tasi: quanto si pagherà, c’è il rischio stangata

Nuova Imu, addio Tasi. Ma non tutto per il cittadino andrà liscio. Anzi, potrebbero esserci dei rincari. Nonostante le rassicurazioni del Governo, la manovra va in direzione della "stangata".  Il Bilancio 2020 prevede che la Tasi scompaia e rimanga l’Imu, ma mentre la prima è una tassa,  l’altra  essendo un’imposta serve a coprire in generale i fabbisogni municipali senza dover fornire giustificazioni.

Questo che vuol dire? Attualmente l’Imu massima è al 10,6 per mille, mentre la Tasi (che non è stata istituita ovunque) ha come aliquota massima l’8 per mille.  La somma delle due aliquote,  arriva al’11,4 per mille, cioè esattamente l’aliquota massima della nuova Imu. In sostanza, dunque, quei  Comuni che ancora non avevano toccato il massimo livello di tassazione sono possibili ora come in futuro e chi ci è già arrivato non può ricorrere a ulteriori aggravi.

D'altro canto, e questo è il punto dolente, le tentazioni si moltiplicheranno per i Comuni,  che potranno trovare facilitazioni ad un innalzamento generale dei tributi, e dunque a rimetterci potrebbe essere il cittadino.

Inoltre, per le abitazioni principali l’aliquota passa dal 4 al 5 per mille, e a carico del proprietario andrebbe anche la parte di Tasi che attualmente è a carico di chi utilizza gli immobili, come l'affittuario, ad esempio. Insomma, quello che succederà nel 2020 non è ancora del tutto chiaro ma il rischio di stangata è davvero dietro l'angolo.

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