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Sanità, l'Aiop replica all'Opi: "Ospedali privati attenti al personale e ai pazienti"

Marco Ferlazzo

Portare a 180 minuti al giorno l’assistenza infermieristica per ogni degente ospite delle case di cura siciliane e provvedere in tempi stretti all’inserimento nelle piante organiche di chi si occupa di ospedalità privata della figura dell’Operatore Socio Sanitario, con una copertura di tre turni quotidiani.

Sono queste le richieste che il coordinamento OPI Sicilia rivolge all’Ars che, proprio in questi giorni, a seguito di un rilievo presentato nelle settimane scorse dal coordinamento in VI Commissione “Sanità”, sta discutendo l’art. 27 del disegno di legge sul riordino dell’ospedalità privata. Testo che dopo il rinvio della settimana scorsa tornerà in aula il prossimo martedì 2 ottobre.

L'attenzione dei rappresentanti siciliani dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche si concentra in particolare sul comma1 dell’articolo 27, che riguarda l'impiego della figura professionale dell'Operatore Socio Sanitario nell'ospedalità privata e sul comma 2 dello stesso articolo, riguardante i minuti di assistenza infermieristica da dedicare al singolo paziente nell'arco delle 24 ore, sempre nell'ambito delle case di cura.

“Mantenere il parametro dei 76 minuti al giorno di assistenza infermieristica presso le case di cura rappresenta un grave vulnus per il sistema sanitario regionale, ponendo da un canto il personale infermieristico nell'incredibile condizione di dover assistere finanche 27 pazienti in una sola giornata e determinando d’altro canto una intollerabile riduzione della qualità dell’assistenza. Una situazione paradossale – continuano i rappresentanti provinciali dell’OPI - anche in virtù della ricaduta di responsabilità derivante dalla legge Gelli”

“Di fatto oggi ci troviamo a fere i conti con queste enormi difficoltà e ciò avviene nella totale assenza nelle piante organiche della gran parte delle Case di Cura di operatori socio sanitari, malgrado la lettera 'o' della stessa legge regionale 39 del 1988 preveda un ausiliario socio sanitario ogni 20 posti letto per ciascun turni e malgrado, nel tempo, diversi decreti assessoriali abbiano richiamato le strutture private al rispetto dell'obbligo di inserimento della nuova figura professionale di OSS nella pianta organica. Le proposte del coordinamento regionale di incrementare i minuti di assistenza pro die pro capite a 180 minuti equivale a garantire 60 minuti a turno di servizio e assicurare un rapporto infermieri pazienti di 1 a 8. Ciò determina un miglioramento della qualità assistenziale in particolare se associata all’inserimento di un adeguato numero di Operatori Socio Sanitari per migliorare la qualità assistenziale di base.  Perché - denuncia l’OPI – in loro assenza gli infermieri si trovano costretti a svolgere anche le loro mansioni sottraendo tempo all'assistenza infermieristica qualificata e specializzata. Ciò determina un grave peggioramento della qualità delle cure e non solo, fa emergere anche il problema del sistematico demansionamento che i nostri colleghi infermieri in servizio presso le Case di Cura troppo spesso sono costretti a sopportare”.
A quanto richiesto dal Coordinamento ordini professioni infermieristiche replica Aiop. “Gli ospedali privati hanno personale in numero sufficiente a garantire un servizio di qualità e ad ottemperare a tutte le norme sulla sicurezza del paziente e per la riduzione del rischio clinico, come si evince - dichiara il presidente di Aiop Sicilia, Marco Ferlazzo -, peraltro, dai costanti controlli cui le stesse sono soggette”.

“L’Aiop ha sempre prestato la massima attenzione alla qualità delle prestazioni offerte ai cittadini – aggiunge Ferlazzo -. Oggi le strutture private, secondo la legge vigente, hanno obbligo di avere in organico infermieri professionali ed ausiliari socio sanitari, oltre ovviamente ai terapisti della riabilitazione ed alle ostetriche e ad altro personale tecnico, che si aggiunge ai primi (là dove la norma lo preveda per le specifiche discipline esercitate), in numero sufficiente a garantire un servizio di qualità e ad ottemperare a tutte le norme sulla sicurezza del paziente. Peraltro, molte strutture associate, per loro specifiche esigenze assistenziali superano lo standard minimo previsto attualmente dalla legge, non solo relativamente agli infermieri, ma anche agli ausiliari e prevedono anche figure, come ausiliari specializzati e/o O.S.S., ancorché non previste dalla legge vigente, per offrire un servizio di qualità. Qui non si tratta di avere un 'minore ritorno economico alla sanità privata', come presume ed afferma nella nota il Coordinamento OPI, ma della stessa sopravvivenza delle strutture e, quindi, con essa degli attuali livelli occupazionali".

"Si ricorda, infatti - continua Ferlazzo -, che la componente di diritto privato del S.S.R. ha come corrispettivo, a fronte delle prestazioni rese, solo le tariffe predeterminate dalla regione, che sono bloccate dal 2007, così come dal 2007 sono bloccati i tetti di spesa, per cui se dovessero aumentare gli standard in maniera esponenziale e, con essi, i costi fissi del personale, che rappresentano il 70% circa dei costi complessivi, moltissime aziende non resisterebbero, in quanto già oggi in equilibrio precario. Peraltro ci troviamo alle prese con il blocco della spesa determinato dal Dl 95/12, del quale auspichiamo una revoca. Un quadro in cui le Regioni meridionali sottoposte ai piani di rientro sono alle prese con risorse economiche scarse e a fatica possono immaginare percorsi di sviluppo”.

Il presidente di Aiop Sicilia precisa poi: “A ciò si aggiunga che siamo in un momento molto delicato nel quale a Roma è in corso la trattativa per il rinnovo contrattuale, per il quale abbiamo già delle difficoltà, ma per il quale auspichiamo a breve si trovi una soluzione condivisa e che si sblocchi. Il che inevitabilmente comporterà altri costi per le aziende".

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