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Sanità, personale case di cura. L'Aiop alla Regione e all'Ars: "Presto un tavolo"

Marco Ferlazzo

Un tavolo di confronto per discutere del personale della componente di diritto privato del servizio sanitario regionale è la richiesta dell'Aiop alla Regione e all'Ars. Un sub emendamento contenuto nel collegato alla emananda finanziaria regionale 2019, in calendario a Sala d’Ercole, prevede, infatti, modifiche degli standard di personale infermieristico e parasanitario rispetto a quanto previsto dalla legge regionale che, attualmente, regolamenta le strutture.

L’Aiop  – che in Sicilia rappresenta  52 aziende sanitarie ospedaliere di diritto privato e 7 RSA, tutte accreditate con il Servizio sanitario regionale, le quali, con circa 7.000 lavoratori, garantiscono 183.000 prestazioni ospedaliere/anno e 1.100.000 prestazioni specialistiche ambulatoriali/anno – ritiene che la proposta di legge creerebbe effetti destabilizzanti  sul comparto, in una fase nelle quali i tetti di spesa sono bloccati dal 2007, anno nel quale la regione è entrata in piano di rientro, e si è riaperto, a livello nazionale, il confronto per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro.

In una lettera inviata ai presidenti della Regione e dell’Ars, all’assessore alla Salute e alla Sesta commissione sanità dell’A.r.s., il presidente di Aiop Sicilia, Marco Ferlazzo, sottolinea: “La proposta di emendamento ha suscitato allarme nel comparto in quanto, se dovesse essere approvata in questo momento, rischierebbe di mettere in crisi le aziende. L’Associazione non si oppone, in linea di principio, ad una revisione degli standard di personale contenuti nella legge, consapevole che si tratta di una legge datata che necessita di una manutenzione. Tuttavia, vanno effettuate alcune considerazioni rispetto all’opportunità di rivederla in questo particolare momento storico, nel quale le nostre aziende sono in uno stato di sofferenza e di precarietà: la Sicilia è da 12 anni in piano di rientro, per cui le aziende hanno subito tutte le misure restrittive in esso contenute.

Inoltre, le nostre aziende, per ottenere l’accreditamento istituzionale con la Regione, hanno dovuto adeguarsi ai nuovi standard dell’accreditamento e, recentemente, si sono, altresì, dovute adeguare ai nuovi standard ministeriali del 2015 recepiti dalla regione. Tutto quanto sopra, se da un lato ha aumentato il livello di qualità delle strutture e delle prestazioni, ragione per la quale non possiamo che esserne soddisfatti, ha, dall’altro, richiesto un impegno economico-finanziario non indifferente per la componente di diritto privato del Sistema sanitario regionale, per cui molte aziende sono in sofferenza e/o in equilibrio precario. Ci troviamo, peraltro, in una fase particolarmente delicata e complessa di riapertura delle trattative per il rinnovo contrattuale, a livello nazionale, prova ne è la recente revoca dello sciopero da parte dei sindacati. Il che significa che, tra non molto, come ci auguriamo, si addiverrà ad una soluzione condivisa per lo sblocco del rinnovo contrattuale che, in qualche misura, interesserà le nostre strutture. In considerazione di questo scenario complessivo – conclude Ferlazzo - chiediamo alle Istituzioni di riconsiderare la decisione dell’approvazione del sub emendamento e di aprire un tavolo di confronto per evitare di mettere in crisi un comparto che rappresenta una parte rilevante della realtà sanitaria ed economica della regione”.

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