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Reddito di cittadinanza, fase due in ritardo: è scontro sull'avvio al lavoro dei beneficiari

È duello tra Anpal e le Regioni sull'avvio della fase due del Reddito di cittadinanza, ovvero quella dell’avviamento al lavoro dei beneficiari del sussidio occupabili. Dall’inizio della settimana sarebbero dovute partire dai centri per l’impiego le convocazioni ai primi tra i 120.000 percettori della misura occupabili, ma le procedure informatiche non sono ancora operative.

Dalla Regione Lazio l’assessore al Lavoro, Claudio di Berardino, ha parlato di «palese ritardo» ma l’Anpal ha replicato dicendo che le procedure sono state inviate, sono sottoposte a test che dureranno solo 48 ore invece delle normali due settimane. Già dal 26 giugno le prime convocazioni potrebbero quindi partire.

Dalla Regione Lombardia l’assessore al Lavoro, Melania Rizzoli ha parlato di «difficoltà estrema" nella fase due mentre il direttore generale Gianni Bocchieri ha sottolineato che mancano ancora la formula per il Patto per il lavoro e i decreti ministeriali per le assunzioni dei 4.000 lavoratori per i centri per l’impiego previsti dalla legge di Bilancio. Al momento comunque sulla parte di politica attiva del lavoro legata alla misura simbolo del Governo gialloverde c'è ancora incertezza.

I percettori del Reddito occupabili secondo le regole del decreto (quindi i maggiorenni non disabili, non impegnati nel lavoro di cura, con meno di 65 anni, non occupati e non impegnati in un percorso di studio) dovrebbero presentare (o aver già presentato) la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (Did) entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio.

I centri per l’impiego devono convocarli a partire da coloro che sono senza occupazione da meno di due anni o che hanno esaurito la Naspi da meno di un anno. Ma al momento - ha spiegato Di Berardino - non possono perché non c'è la procedura che lo consente.

La stessa preoccupazione è stata espressa dalla Regione Lombardia che però ha ipotizzato che le convocazioni per i colloqui possano partire intorno all’8 luglio dopo il test in corso sul sistema. Manca però anche la formula per il Patto per il lavoro essenziale per proporre eventuali offerte di lavoro al beneficiario del reddito.

L’Anpal assicura che il test sarà fatto in tempi record e che la procedura sarà operativa da mercoledì 26. Con la partenza delle convocazioni ai percettori del reddito (tra due giorni come dice l’Anpal o tra due settimane come sostiene la Lombardia) però dovrebbero partire i controlli. Solo a quel punto, infatti, si comincerà a capire quanti dei beneficiari (soprattutto degli importi bassi) siano interessati a entrare nel percorso.

Se non ci si presenta al primo appuntamento senza una motivazione adeguata si perde un mese di sussidio, se non ci si presenta anche al secondo appuntamento il sussidio viene sospeso per due mesi mentre se va a vuoto anche il terzo appuntamento il beneficio viene revocato.

Ma il vero punto interrogativo sarà se i centri per l’impiego avvertiranno l'Inps delle «buche» ricevute consentendo così la sospensione o la revoca del sussidio.

Negli anni scorsi il sistema della condizionalità sull'indennità di disoccupazione e sul Reddito di inclusione non ha funzionato con pochissimi casi di segnalazione all’Inps in caso di rifiuto di offerte di lavoro o di percorsi di formazione.

«I casi di falsi redditi di cittadinanza - assicura il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, oggi a Palermo - vengono scoperti di volta in volta e questo dimostra l’attenzione dell’Inps, in collaborazione con la Guardia di Finanza e con gli ispettori. C'è attenzione e oggi possiamo dire con ragionevole certezza che chi riceve il reddito ne ha veramente bisogno».

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