Si aggrava la crisi dell’Istituto Vino e Olio regionale. I dipendenti, senza stipendio da cinque mesi, hanno rallentato fino quasi a fermarle le certificazioni delle aziende. E questo sta danneggiando il settore enologico. Una crisi violenta al punto che adesso è Confindustria a chiedere al governo di risolverla.
È stato il presidente degli industriali di Trapani, Gregory Bongiorno, a scrivere una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera: “Facciamo appello al governo al fine di trovare urgentemente una soluzione tecnico/finanziaria che garantisca l’immediato pagamento degli stipendi ai lavoratori dell’Istituto che da ben 5 mesi continuano, nonostante tutto, ad assicurare la certificazione dei vini doc della Sicilia, di Malta e Gozo. Un’interruzione di questo fondamentale servizio di certificazione rischia di bloccare le aziende dei due settori interessati con gravissime ripercussioni, sia per l’economia della Sicilia che per l’occupazione".
L’emergenza all’Istituto Vino e Olio nasce dal maxi pignoramento di 5 milioni che Veronafiere ha messo in atto in autunno per via del mancato pagamento dello stand del Vinitaly degli anni scorsi. L’Istituto ha tentato una transazione che ancora non si è realizzata e nel frattempo ha tutti i conti bloccati.
Confindustria legge in questa situazione più di un allarme: “Esprimiamo la nostra grande preoccupazione per i risvolti negativi che questa situazione potrà avere sulle aziende del settore vitivinicolo e oleario e per le ripercussioni che si manifesteranno di conseguenza sull’intera economia siciliana”, ha scritto Bongiorno.
Bongiorno ha anche ricordato i tagli che la Regione ha imposto all’Istituto negli ultimi anni: “Nel triennio 2012-2014 non sono state garantite dalla Regione le risorse sufficienti da destinare agli stipendi ed alle spese di funzionamento generali per circa 7,4 milioni”. Da qui l’appello a risolvere l’emergenza.
Nei giorni scorsi l’assessore Bandiera aveva garantito che l’approvazione della Finanziaria permetterà di sbloccare almeno i primi tre milioni di finanziamenti. A quel punto l’Istituto potrà pagare almeno gli arretrati ai propri dipendenti.
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