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"L'Europa penalizza il cibo made in Italy": lo pensano 6 italiani su 10

Un negozio di cibo biologico

L’Europa penalizza il cibo made in Italy. A puntare l’indice contro le politiche comunitarie perché non adeguate a garantire qualità, sicurezza e rispetto delle tradizioni enogastronomiche del Belpaese sono quasi sei italiani su dieci (58%) mentre il 43% ritiene che le politiche di Bruxelles siano orientate dai Paesi più forti, secondo il rapporto Coldiretti/Ixè «Gli italiani e l’Europa nel 2018» presentato al Forum Internazionale dell’Agricoltura e
dell’Alimentazione a Cernobbio.

Giudizi che confortano la linea critica di Matteo Salvini: «Mi vien voglia di andare su da persona educata e cambiare le regole», è l’attacco lanciato da Cernobbio dicendosi «stufo» di rispettare «tutti i trattati, Dublino, Sofia, missioni internazionali, mentre altri fanno gli affaracci loro in campo agricolo, economico, finanziario, bancario».

Dal palco di Coldiretti, l’affondo sul danno al made in Italy, "perché l’Europa permette l’arrivo di insetti, olio tunisino e riso asiatico, carne e pesce di qualità scadente, materie prime trattate con pesticidi e sostanze nocive», dice il leader della Lega, che punta alla nomina di un Commissario all’Agricoltura Ue italiano per incidere di più nella Politica agricola comunitaria. Poi, il vicepremier e ministro dell’Interno lascia la sessione di lavori per volare a Roma per il Consiglio dei ministri.

Quando prende la parola il commissario Ue alla Salute e alla sicurezza alimentare, il lituano Vytenis Andriukaitis si dice «scioccato», di aver avuto «la sensazione di essere stato insultato, visto che Salvini ha puntato il dito contro Bruxelles affermando che è nemica dell’Italia».

Ormai a Roma, Salvini replica al Commissario dicendo che dovrebbe sentirsi scioccato «per le schifezze che piombano sulle tavole degli italiani». Ma la «vergogna sulle tavole italiane», dice Coldiretti in un’altra analisi, è data anche dal 20% dei cibi stranieri 'fuorilegge' perché non rispettano le stesse garanzie vigenti a livello nazionale su lavoro, ambiente e salute.

Dal riso asiatico alle nocciole turche, dallo zucchero della Colombia alla carne del Brasile, dall’ortofrutta sudamericana a quella africana fino ai fiori dell’Equador sono sotto accusa per sfruttamento dei lavoratori, pericoli per la salute e utilizzo di sostanze chimiche dannose all’ambiente. Un fenomeno che spinge il 43% degli italiani a chiedere di bloccare le importazioni da quei Paesi che non rispettano le regole, secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè.

Per difendere il made in Italy a tavola, quasi la metà degli italiani (45%) vuole i dazi rispetto ai rischi legati al commercio internazionale. Da Cernobbio la Coldiretti ha lanciato la petizione europea 'Mangia originale, smaschera il tuo cibo' - presentata da Elisa Isoardi, compagna di Matteo Salvini - per chiedere a Bruxelles di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti europei.

«Dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza» ha detto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare che «il 42% degli italiani è disponibile a pagare oltre il 10% in più pur di avere garantita l’origine Made in Italy».

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