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La cura degli animali domestici e la paura del terrorismo frenano le vacanze

La paura di eventuali attacchi terroristici e il desiderio di non lasciare da soli gli "amici" animali frenano l'entusiasmo di partire. Lo rileva uno studio dell'Eurispes.

In particolare tre italiani su dieci viaggiano meno dopo gli attacchi degli ultimi anni. Le donne hanno più paura degli uomini (32,7% rispetto a 25,7%), gli oltre 65enni i più prudenti (32%); un timore che diminuisce con l'abbassarsi dell'età: solo il 16,8% dei 18-24enni ha infatti dichiarato di aver rinunciato a viaggiare.

Per non lasciare soli cani, gatti e canarini, il 46,2% degli italiani che possiede animali domestici rinuncia alla vacanza: una sensibilità condivisa che vede gli uomini leggermente in vantaggio rispetto alle donne (47,5% contro il 45,1%).

Ad essere più affezionati sono i padroni del Nord-Ovest (52,4%), i più egoisti quelli del Centro (36,8%). Le più propense a sacrificarsi sono le persone che vivono da sole (54,5%), seguite dalle coppie senza figli (50,9%).

Secondo l'Eurispes, comunque, nell'ultimo anno oltre 2 italiani su 10 hanno confessato di aver speso di più per viaggi e vacanze, nonostante la crisi non sia ancora del tutto superata.

In particolare, sono stati i giovanissimi (18-24 anni) ad aver ceduto alla tentazione di aprire il loro portafogli, o quello dei genitori, e prenotare un soggiorno al mare, in montagna o in una città d'arte (39,6%), seguiti dai 25-34enni (28,1%), e dai 35-44enni (24,3%).

D'altra parte, il 6,8% degli italiani considera la vacanza una spesa irrinunciabile anche in caso di "downgrading".

In particolare, sono i single, nubili o celibi, a considerare il periodo di relax un "must" (13,1); chi invece è costretto a rinunciare sono, in primis, i separati o divorziati (1,5%). Il 5,6% degli italiani che negli ultimi tre anni ha chiesto un prestito bancario, lo ha fatto proprio per andare in vacanza.

La categoria familiare che più delle altre è ricorsa a questa strategia è quella monogenitoriale (9,8%). Si sono affidati al credito, in particolare, le persone in cerca di prima occupazione (24%) e di nuova occupazione (7,1%).

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