ROMA - Italia sul podio come primo Paese per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg conferiti dall’Unione europea. Lo sottolinea il Rapporto Istat 2016 che evidenzia un trend di crescita delle nostre produzioni a denominazioni di origine protetta e le Indicazioni geografiche protette: quelli riconosciuti al 31 dicembre 2016 sono 291 (13 in più sul 2015). E secondo una stima Coldiretti «il fatturato al consumo dei prodotti a denominazione Dop, Igp e Stg è salito a circa 14 miliardi di euro, dei quali 4 miliardi realizzati all’estero».
Una economia che porta sviluppo in particolare nei borghi minori, in zone rurali e montane e nel Mezzogiorno dove si registrano maggiori incrementi: il 92% delle produzioni tipiche nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti, secondo lo studio Coldiretti/Symbola. Oltre tre quarti dei produttori (76,3%) sono attivi, precisa oggi l’Istat, in aree montane e collinari, il restante 23,7% in pianura. Le regioni con più Dop e Igp sono Emilia-Romagna e Veneto (rispettivamente 45 e 38 prodotti riconosciuti), ma nel 2016 i trasformatori meridionali superano per la prima volta quelli del Nord-Est. Gli allevamenti (40.557 strutture) crescono del 3,2%, rispetto al 2015, e la superficie investita (197.525 ettari) del 16%. Nel sistema di certificazione le nuove entrate di operatori (12.513) superano di molto le uscite (8.828). Tra oltre 3 mila allevamenti, il più elevato numero di strutture si trova in Sardegna (Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Agnello di Sardegna). Tra gli extravergine di oliva prevale l’olio Toscano, mentre per gli Ortofrutticoli e cereali la Mela Alto Adige. Sono in crescita i Formaggi, gli Ortofrutticoli e cereali e gli Oli extravergine di oliva e qui si concentrano i posti di lavoro. I produttori (78.784), precisa l’Istat, sono particolarmente numerosi nei caseifici (34,2%), nella produzione olearia (26,7%) e nel settore ortofrutta e cereali (22,8%). Uomini il 79,9%. Anche i trasformatori (7.481) sono soprattutto nei settori degli oli extravergine (26,1%), degli ortofrutticoli e cereali (20,2%) e dei formaggi (20,1%). Quote rosa al lumicino: 85,6% dei trasformatori sono di sesso maschile. Nel decennio 2006-2016, i produttori, storicamente più radicati al Nord, crescono di più nel Centro-Sud; in particolare, i produttori del Mezzogiorno superano stabilmente, a partire dal 2013, quelli del Nord-Est, che invece risultano in calo, rileva l’Istat. «L'Istat - scrive il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina sul suo blog sull'Huffington Post proponendo l’avvio di un Ministero dell’alimentazione - ha confermato il nostro primato europeo per prodotti Dop, Igp e Stg, in aumento in questi anni. Quando abbiamo iniziato il settore agricolo e agroalimentare era ai margini dell’attenzione del Paese. In questi anni abbiamo invertito la rotta con il successo di Expo. Ottenendo il record di export agroalimentare e superando per la prima volta quota 40 miliardi di euro».
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