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Mps blocca i conti di Riscossione
Trattenute anche le tasse dei siciliani
Fiumefreddo lascia l'incarico

Fiumefreddo con Crocetta

PALERMO. A Riscossione Sicilia si brindava da giorni: casse piene e bilancio di nuovo in attivo. Eppure la stangata, anche per un ente chiamato a riscuotere le tasse, era dietro l’angolo. E si è materializzata con un “sequestro” che Monte dei Paschi di Siena ha messo in atto su tutto quanto c’era nei conti correnti della società partecipata.

L’istituto di credito, con una semplice comunicazione alla Regione, ha paralizzato a proprio favore tutte le imposte incamerate negli ultimi mesi in Sicilia da Riscossione grazie soprattutto all’operazione di rottamazione delle cartelle esattoriali.

Una guerra milionaria e a colpi di carte bollate, quella fra Riscossione Sicilia e Monte dei Paschi. Il blocco dei 120 milioni è l’ultimo atto di un braccio di ferro, già avviato anche nelle aule di tribunale, su un prestito salatissimo che risale a oltre 10 anni fa. Quando Mps uscì dalla Serit perché in Sicilia si stava così dando vita a Riscossione, fu deciso che la nuova società avrebbe avuto un fido bancario dalla stessa Mps di 160 milioni.

“Pagato – sottolinea Antonio Fiumefreddo, presidente di Riscossione – letteralmente a peso d’oro, visto che gli interessi sono del 5% annui a fronte dell’1% che paga Equitalia per una operazione finanziaria analoga. Per capirci, dal 2011 a oggi questo prestito è costato a Riscossione 60 milioni di soli interessi…”. Da qui lo scontro per ridiscutere tutto.

E in serata Fiumefreddo ha lasciato il suo incarico: "Ho rassegnato con effetto immediato ed in modo irrevocabile le mie dimissioni da amministratore unico di Riscossione Sicilia. Ringrazio il Presidente Crocetta per il sostegno ricevuto, i lavoratori tutti per la fatica profusa in questi due anni, e quanti sempre mi hanno sostenuto. Cedo e lascio di fronte ad una condizione di lavoro che si fa ogni giorno più minacciosa".

E ancora: "Ho creduto ancora una volta nella possibilità di cambiare le cose in Sicilia e mi sono dedicato a questo servizio con tutto il cuore e con tutte le fatiche possibili. Ho perso. Sono fiero di lasciare una società - scrive Fiumefreddo - , ricevuta in deficit, che dopo 21 anni ha chiuso il suo primo esercizio in attivo. Non posso allo stesso modo ringraziare invece quanti, nelle istituzioni, avrebbero dovuto garantire la mia serenità, assicurandomi la sicurezza, ed invece non lo hanno fatto, mostrando una vergognosa insipienza quando non grave inadeguatezza".

 

Nel pieno di questo scontro però è arrivato adesso il blocco dei 120 milioni da parte di Mps. Che – illustra ancora Fiumefreddo – ha sfruttato una breccia aperta da una recente legge dell’Ars, quella che prevede appunto la liquidazione di Riscossione: “La lettera con cui Mps ci comunica di trattenere per sé i 120 milioni indica come motivazione il timore che la società non sia più un creditore in grado di rispettare i pagamenti visto che sta per essere chiusa. E di fronte a questo rischio Mps ci informa di tutelarsi togliendoci tutti i soldi che abbiamo nei suoi conti”. Riscossione ha, come un qualunque cittadino, conti correnti dove versa gli incassi. E li ha proprio in Mps.

A questo punto in Sicilia è scattato l’allarme rosso. Fiumefreddo ha informato Crocetta di aver “perso” tutto l’incasso delle tasse pagate dai siciliani e destinati anche a Comuni e altri enti impositori che avrebbero così rimpinguato le proprie casse. Crocetta ha chiamato immediatamente Mauro Falciai, numero uno di Mps, per provare a bloccare l’emergenza ottenendo come unico risultato la convocazione di una riunione a Palermo per venerdì. In quella sede si tenterà una mediazione, che potrebbe comunque costare milioni alla Sicilia.

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