PALERMO. A perdere di più sono stati l’Iraps e l’Aram, due vecchi colossi della formazione che si sono visti revocare finanziamenti che valevano rispettivamente 4,6 milioni e 3,2 milioni. Ma nell’elenco sono finite anche sigle minori note che avevano cifre rilevanti. Alla fine le somme che la Regione ha recuperato togliendole agli enti finiti sotto inchiesta o non in regola vale ben 14.321.770 euro.
Soldi che sarebbero finiti a enti di proprietà di imprenditori e politici finiti in manette o con documenti contabili opachi. Soldi che sono finiti invece su altri progetti per evitare di restituirli a Bruxelles, visto che a finanziare la formazione negli ultimi sei anni è stata l’Unione europea. Ma se si va oltre i numeri, nel dossier che l’assessorato alla Formazione, guidato da Bruno Marziano, ha completato ieri c’è tutto il peggio di un settore che fino a qualche anno fa bruciava quasi 300 milioni all’anno.
Il dossier riguarda i finanziamenti erogati con l’ultimo bando andato in porto: il cosiddetto avviso 20 che ha permesso di svolgere corsi fino a due anni fa (da allora tutto si è fermato). Nel 2012 l’Aram, uno degli enti che era in mano all’ex segretario del Pd (oggi in Forza Italia) Francantonio Genovese, si era aggiudicato un finanziamento di 3.249.905 euro per 10 progetti: dopo l’inchiesta che ha portato in carcere Genovese - accusato di aver creato un sistema di scatole cinesi che moltiplicava la rendicontazione dei costi per incassare più fondi - la Regione ha revocato tutto.
E poi c’è il caso dell’Iraps, ente finito nei guai per una storia di false fatturazioni senza la quale avrebbe incassato 4.637.455 euro. Va detto che le revoche sono andate avanti per anni, le ultime sono del settembre scorso: tanto c’è voluto per recuperare le somme. E nel frattempo veniva fuori un campionario di irregolarità che ha inquinato la formazione professionale. Altri enti hanno perso i fondi - è emerso dai dati dell’assessorato - per corsi approvati ma poi mai realizzati. O perchè non c’erano allievi a sufficienza. O perchè non c’erano affatto allievi.
E poi c’è il caso dei dipendenti senza stipendio. Alcuni dei finanziamenti sono stati revocati dopo le denunce dei dipendenti che non ricevevano le buste paga malgrado la Regione avesse (seppure con ritardo) erogato i finanziamenti. Gli altri enti a cui la Regione ha tolto i fondi sono l’Anfes che ha perso 905.992 euro, l’Efal di Messina che si è vista togliere 1.453.180 euro, l’Informhaouse di Palermo che ha dovuto restituire 274.800 euro. Fra gli enti penalizzati anche il Consorzio universitario per la formazione turistica che ha perso 2.028.690 euro.
E poi ancora la Federazione comunitaria del Mediterraneo (278.400), l’associazione Buonarroti (122.311), l’Interefop (196.560 euro) e il Lumen, altro ente della galassia di Genovese che ha perso un milione. Se la Regione non li avesse revocati, questi finanziamenti sarebbero tornati a Bruxelles: invece il dipartimento guidato da Gianni Silvia è riuscito a evitare il cosiddetto disimpegno certificando il 100% della spesa europea nel periodo 2007-2013. Il punto è però che adesso il settore della formazione è paralizzato.
Anche il nuovo bando (il cosiddetto Avviso 8) è finanziato con i fondi europei, 136 milioni, ma è rimasto impigliato in ricorsi che hanno costretto a rivedere già tre volte la graduatoria. L’ultima revisione è stata completata nei giorni scorsi e Silvia assicura che potrebbe essere pubblicata entro la prossima settimana. Poi andrà all’esame della Corte dei Conti con l’obiettivo di ottenere il via libera entro giugno per far scattare la prima campanella entro la fine di luglio.
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