PALERMO. Falliti due tentativi, la riforma degli appalti è a un passo dall’essere bloccata definitivamente. All’Ars è mancato nel primo pomeriggio il numero legale: in aula c’erano meno di una quarantina di deputati su 90 e così al presidente Giovanni Ardizzone non è rimasto che rinviare i lavori di un’ora. Ma anche alla seconda conta è mancato il numero legale, dunque, i lavori sono stati chiusi e la riforma adesso rischia di andare definitivamente nel cassetto. Da domani infatti l’Ars sarà impegnata nel voto della leggina che rinvia a ottobre le elezioni già fissate per il 26 febbraio nelle Città Metropolitane e nei Liberi Consorzi (gli enti che hanno sostituito le Province). Se ci sarà tempo si riproverà a votare la riforma degli appalti. Dopo ci sarà spazio solo per la Finanziaria, che dovrebbe essere approvata entro i primi di marzo. Poi scatterà l’ingorgo elettorale: sono previste le Amministrative in Primavera e le Regionali in autunno e in clima da campagna elettorale l’Ars normalmente ferma i propri lavori. La riforma degli appalti è in realtà un testo di appena tre articoli che aumenta il numero dei componenti delle stazioni uniche permettendo così un’accelerazione delle pratiche per espletare le gare. È una legge che era stata invocata da Crocetta per accelerare l’investimento dei 2,3 miliardi di finanziamenti statali del Patto per la Sicilia e dell’intera programmazione dei fondi europei. Ma finora questa legge è stata bloccata dalla cronica mancanza del numero legale. È la maggioranza, in particolare, ad essere stata assente e ciò ha fatto infuriare il Pd che con Mariella Maggio proprio stamani aveva rivolto un appello ai colleghi «per recuperare il tempo perduto e approvare una norma che darebbe respiro alle imprese».