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In Italia 175mila giovani imprenditori battono la crisi: il 41% è al Sud

ROMA. L'Italia non è solo il Paese dei Neet. Oggi gli 'Eet' (Employed-Educated and Trained), i giovani titolari d'impresa che ce la fanno, sfruttano le competenze acquisite e guardano all'attività d'impresa «sono 175.000, di cui il 24,7% nel Nord-Ovest, il 15,7% nel Nord-Est, il 18,5% nelle regioni centrali, e il 41,1% nel Mezzogiorno. Questi i dati del focus sul lavoro redatto da Censis-Confcooperative, secondo il quale i giovani che lavorano »valgono 46,5 miliardi di euro, il 2,8% del Pil«.

I ragazzi e le ragazze con una età compresa tra 15 e 29 anni che lavorano »sono 2.630.000, pari all'11,7% degli occupati complessivi, e incidono sui redditi da lavoro per il 7,3%: un valore pari a 46,5 miliardi di euro, cioè il 2,8% del Pil. Con differenze tra lavoro dipendente e indipendente: incidono per l?8% dei redditi da lavoro dipendente e per il 5,3% dei redditi da lavoro autonomo«, continua il focus.

In Italia, nonostante tra il 2009 e il 2016 ci sia stata «una riduzione complessiva del 6,8% dei titolari d'impresa e la componente più giovane degli imprenditori, con una età fino a 29 anni, abbia subito una compressione del 19,1%, perdendo poco più di 41.000 giovani aziende», continua lo studio Censis-Confcooperative, «ci sono settori in crescita: in cui le imprese guidate dai giovani mostrano invece un saldo positivo».

Considerando solo i settori in cui si manifesta una dinamica positiva, «tra il 2009 e il 2016 i titolari d'impresa giovani aumentano del 32%, passando da 27.335 a 36.079». Analizzando i diversi settori, questa dinamica positiva «vede crescere del 53,4% il numero dei giovani titolari d'impresa nei servizi d'informazione e altri servizi informatici, del 51,5% nei servizi per edifici e paesaggio, del 25,3% nei servizi di ristorazione», prosegue lo studio Censis-Confcooperative, citando anche le attività legate alla gestione di alloggi per vacanze e altre strutture per soggiorni brevi in cui «l'incremento dei giovani imprenditori è del 55,6%».

Raddoppiano, inoltre, i giovani che aprono imprese «nelle attività di supporto per le funzioni d'ufficio e i servizi alle imprese (+113,3%)». Il costo dei Neet è invece di «21 miliardi di euro di perdita di produttività».

I giovani nella fascia d'età 15-29 anni che non studiano e non lavorano sono 2.349.000, ricorda il Censis, e l'aumento rispetto al 2007, quando erano 1.788.000, è stato rilevante: +31,4%. Il picco più elevato «è stato raggiunto nel 2014 con 2.413.000. Il mancato inserimento dei Neet nel mercato del lavoro si traduce per l'Italia in un costo per perdita di produttività di circa 21 miliardi di euro, pari all'1,3% del Pil», conclude lo studio.

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