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Banche, Renzi rassicura gli italiani: nessun problema per i correntisti

ROMA. «I risparmiatori italiani e i correntisti non hanno alcun problema e per me questa è la priorità: è del tutto evidente che le questioni problematiche sui mercati e le difficoltà della borsa sono seguite con attenzione dal governo italiano ma riguardano gli azionisti. A me interessa che non ci sia alcun dubbio rispetto alla tranquillità dei correntisti italiani e di coloro che mettono i soldi nelle banche italiane ed europee», ha detto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a villa Pamphili.

«Auspichiamo soluzioni di mercato - continua -, perché le condizioni ci siano il governo italiano segue con grande attenzione perchè il nostro obiettivo non è intervenire per salvare le autorità bancarie ma mettere al sicuro i correntisti».

«Sono certo che la vigilanza Bce e la Commissione degli stati membri sarà attentissima. I prossimi giorni sono certo consentiranno alle autorità europee di riflettere attentamente sulla situazione del credito nel nostro Continente. I problemi se valgono uno per gli npls italiani, valgono cento per i derivati di altre banche. Sono certo che le autorità europee dedicheranno la loro attenzione e tutto il loro impegno in questa direzione», ha aggiunto. «C'è un modo particolare di considerare gli algoritmi, gli stress test, i parametri, per cui alcune banche, una in particolar modo italiana, è al centro delle attenzioni».

Intanto, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e i vertici di Cassa depositi e prestiti, il presidente Claudio Costamagna e l'amministratore delegato Fabio Gallia, sono, a quanto si apprende, a Palazzo Chigi.

Due titoli hanno caratterizzato la giornata in Piazza Affari: Mps, che dopo due giornate in caduta ha chiuso in crescita del 6% a 0,28 euro, e Telecom, scivolata del 10,8%. Nel complesso, il listino principale ha perso il 2,2%, maglia nera in un'Europa pesantemente negativa, sull'onda lunga della Brexir e dei timori per le banche italiane. Alla luce dell'ipotesi di un intervento di Stato, per Mps è stato il giorno del parziale riscatto. La banca ha beneficiato anche delle misure d'emergenza adottate ieri dalla Consob, che ha vietato le vendite allo scoperto, provvedimento rinnovato oggi per tre mesi.

Il titolo, che in mattinata è arrivato a guadagnare il 14%, ha subito un rallentamento nel pomeriggio, anche dopo il report di Morgan Stanley, che ha indicato l'istituto senese e il Banco Popolare come quelli che più rischiano di essere bocciati dagli stress test dell'Eba. Telecom ha invece scontato l'addio di Niel e la nascita di un quarto piccolo operatore in Italia, con una possibile nuova battaglia dei prezzi, oltre al giudizio di JpMorgan, che ha tagliato di due tacche la raccomandazione sul titolo da 'overweight' a 'neutral'. Anche per il resto del listino, la giornata è stata turbolenta, con numerosi titoli sospesi al ribasso: Telecom, Unicredit (che poi ha chiuso in perdita del 3,3%), Banco Popolare (-6,1%), Bpm (-3,5%) e Bper (-7,1%). In chiusura, oltre a Mps, positiva solo Yoox-Net-à-Porter (+3,2%), che oggi ha presentato il piano industriale. Tra i piccoli è scivolata Carige (-7,6%), mentre Cairo ha perso lo 0,3% a 4,1 euro. Rcs è salita dello 0,7% a 0,83 euro, 'capitalizzandò gli effetti della battaglia fra le offerte d'acquisto di Urbano Cairo e di Bonomi e soci.

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