GELA. Le amministrazioni comunali di Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Licodia Eubea e i rispettivi comitati civici hanno diffidato il governo regionale e l'Ars minacciando di bloccare «le elezioni delle città metropolitane e dei Liberi consorzi siciliani, se prima non verrà ufficializzato formalmente il passaggio territoriale dei primi tre comuni a Catania, l'altro a Ragusa, secondo una libera scelta esercitata in base alle leggi vigenti». Lo hanno reso noto i sindaci e i rappresentanti dei comitati per i Liberi consorzi riuniti a Gela.
Sotto accusa la recente decisione dell'Ars di respingere il ddl del governo Crocetta con cui, nel rispetto della legge regionale 15 del 2015, si sancivano i nuovi confini territoriali. Secondo i legali dei quattro comuni, l'Assemblea avrebbe travalicato le proprie competenze in quanto l'atto specifico al suo esame altro non era che una «legge-provvedimento» sui cui contenuti l'Ars avrebbe «un limitatissimo potere di incidere».
I Comuni e i Comitati hanno perciò invitato l'assemblea regionale ad «adempiere ai propri compiti» e hanno diffidato «le altre istituzioni dall'emettere provvedimenti amministrativi illegittimi». Si profila un ricorso al Tar. «Impugneremo ogni atto in ogni sede - hanno detto i sindaci - e se occorrerà arriveremo anche alla Corte costituzionale e alla Corte europea dei diritti umani». I quattro comuni hanno deciso di lasciare le ex province di appartenenza con due delibere, a maggioranza qualificata, dei rispettivi consigli comunali e con un referendum popolare favorevole. Ma tutto questo, finora, non è stato ancora sufficiente a farli transitare nei nuovi liberi consorzi.
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