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Emergenza rifiuti, ecco gli impegni imposti da Roma alla Regione

PALERMO. Obbligo di aumentare la raccolta differenziata, di recuperare l’evasione della Tari e di varare una riforma che mandi in soffitta gli Ato: c’è anche questo negli accordi che la Regione ha preso col governo nazionale per superare l’emergenza. E va detto che, in questo  caso, più che di accordi si deve parlare di impegni che il ministero dell’Ambiente ha imposto a Palazzo d’Orleans, con tanto di tabelle e scadenze da rispettare.

Il presupposto è la firma di un’ordinanza che permetta per altri sei mesi l’uso delle discariche attuali oltre i limiti consentiti. A questo risultato si arriva con una prima ordinanza che Crocetta ha firmato stamani: permette di utilizzare al massimo le discariche per altri sei giorni. Senza questo atto da oggi le porte dei principali impianti sarebbero rimaste chiuse. Nel frattempo la Regione predisporrà tutti i piani chiesti dal ministero e fra una settimana verrà firmata un’altra ordinanza – in accordo con Roma – per prolungare di sei mesi l’uso oltre i limiti delle discariche.

Ma cosa deve fare la Regione? Fra gli impegni più importanti c’è quello, si legge nelle carte spedite da Roma, “di procedere entro il 30 ottobre alla introduzione nell’ordinamento regionale dell’ ecotassa sul conferimento in discarica dei rifiuti”. Si tratta della sanzione a carico dei Comuni che non raggiungono livelli accettati di raccolta differenziata. E’ una misura che va introdotta per legge: la prima versione, inserita in Finanziaria, è stata impugnata dallo Stato e va quindi corretta e riapprovata.

Il secondo obbligo è “introdurre nell’ordinamento regionale meccanismi volti al recupero delle somme dovute dai Comuni – quali apposite trattenute a valere sui trasferimenti nei confronti di questi ultimi – per lo smaltimento dei rifiuti che avvenga con modalità differenti da quelle dell’ordinaria destinazione in discarica nel territorio regionale, in ragione dell’intervento regionale nella stipula dell’accordo ed eventualmente nella intestazione della titolarità dei rifiuti in questione”.

E ancora la Regione dovrà predisporre “entro il 15 settembre tutte le forme di contrasto all’evasione al pagamento della TARI nella disponibilità della competenza regionale, disponendo in particolare il blocco dei trasferimenti regionali per quei Comuni nei quali non si riuscissero a raggiungere predeterminati standard di adempimento. A tal fine la Regione effettua una ricognizione delle imposte dovute ed effettivamente riscosse da parte dei Comuni”.

Già detto della possibilità di spedire fuori dalla Sicilia i rifiuti che non si riuscirà a smaltire in Sicilia, il ministero impone a Crocetta di raggiungere accordi con le altre Regioni per mettere in atto questa possibilità. Il presidente ha a sua volta già annunciato in una intervista al Giornale di Sicilia l’intenzione di emettere entro due mesi i bandi per realizzare 5 mini termovalorizzatori capaci di smaltire ciascuno 150 tonnellate di rifiuti al giorno. Tutte soluzioni per le quali bisognerà lavorare ben più di un anno.

Nel frattempo la Regione dovrà però mettere in piedi un sistema di sanzioni e commissariamenti per i Comuni che non fanno la raccolta differenziata. E ancora dovrà approvare all’Ars una legge che riscrive la riforma della gestione dei rifiuti cancellando sia gli Ato che le nascenti Srr: “La Regione – si legge nel carteggio romano – deve prevedere che vengano immediatamente intraprese, entro 30 giorni, specifiche iniziative necessarie all’implementazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani anche nelle more dell’attivazione della nuova governance regionale. Al riguardo, l’ordinanza dovrà prevedere che l’assessore diffidi i Comuni ad implementare la raccolta differenziata entro 30 giorni dal ricevimento dell’atto, adottando il regolamento comunale per la raccolta differenziata, avviando le procedure di gara per l’affidamento dei servizi e provvedendo alla esecuzione dei menzionati provvedimenti. L’ordinanza dovrà inoltre prevedere l’esercizio di un apposito potere sostitutivo, da parte dell’assessore, nel caso di inadempimento dei comuni rispetto al compimento delle sopra menzionate attività. L’ordinanza potrà consentire all’amministrazione regionale di privilegiare inizialmente la raccolta dalle utenze commerciali anche in funzione dei benefici economici derivanti dal servizio espletato”.

Per quanto riguarda la riforma, va approvata in giunta e portata all’Ars entro il 15 giugno. E dovrà prevedere “ambiti territoriali di affidamento preferibilmente di dimensione ultraprovinciale, e comunque in modo da garantire le opportune economie di scala nella gestione dei rifiuti, nonché realizzare forme di mobilità del personale del settore le quali – pur tenendo conto dell’esigenza di mantenere significativi livelli occupazionali – garantiscano adeguatamente l’economicità e l’efficienza delle gestioni del servizio e della relativa attività amministrativa”.

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