ROMA. Una pioggia di emendamenti al ddl concorrenza che rischia di portare ad un nuovo aumento dei prezzi dell'rc auto. A denunciarlo è l'Ania, l'associazione delle compagnie assicuratrici, che - passando in rassegna le richieste di modifica presentate al Senato - parla di proposte "inaccettabili". L'allarme è in particolare per gli emendamenti presentati da M5S, FI e Sel che aboliscono l'obbligo di accertamento strumentale (in pratica attraverso la lastra) dei colpi di frusta. La norma del 2012 che ha introdotto quel tipo di accertamento, spiega il d.g. Dario Focarelli, ha permesso una diminuzione dei danni fisici lievi da 580.000 del 2011 a 370.000 nel 2014, 210.000 feriti in meno, con risparmi per 1 miliardo l'anno.
La parte del provvedimento relativa all'rc auto, spiega Focarelli, è già stata "annacquata" alla Camera e rischia ora di essere snaturata al Senato. Con il risultato di ottenere l'effetto opposto rispetto a quello immaginato dal governo nel redigere il testo. Il rischio è infatti proprio quello di portare ad un aumento e non ad una riduzione dei prezzi dei premi. Oltre alla questione "gravissima" dei colpi di frusta, che potrebbe tradursi in "un favore ai furbetti che speculano sulle polizze", sottolinea il direttore generale, c'è infatti anche quella delle clausole che la compagnia propone agli assicurati per avere degli sconti, dalla scatola nera al divieto di cessione del credito al ricorso a carrozzerie convenzionate. Il ddl prevedeva nella versione originaria l'obbligo di informazione sulla possibilità di sconto da parte delle imprese, ma alla Camera l'obbligo è scomparso sia per il divieto di cessione dei crediti che per le carrozzerie. Ora al Senato, denuncia Focarelli, alcuni emendamenti chiedono addirittura di inserire nel testo il divieto tout court per le compagnie di offrire ai clienti il servizio delle carrozzerie convenzionate. "E' inaccettabile", sottolinea, e ne deriverebbe solo un danno per gli automobilisti. L'Ania è infine in allarme per le tabelle sul danno biologico. Alla Camera sono state assunte come punto di riferimento per tutta Italia le tabelle applicate a Milano. Una scelta che di per sé non avrebbe alcun effetto sui prezzi (nonostante l'intenzione del governo di utilizzare anche questo strumento per ridurli). Molti emendamenti presentati a Palazzo Madama però aumentano i valori del danno rispetto alle tabelle di Milano, ma "se il valore si alza - puntualizza Focarelli - anche l'assicurazione costa di più". "Tutti e tre i tipi di emendamenti - conclude il direttore generale - hanno il segno univoco di un aumento dei prezzi".
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