NEW YORK. La Apple è al suo massimo, l'azienda più ricca del mondo. Ma qualcuno comincia a parlare della fine di un'era. Quella della crescita smisurata del gruppo guidato da Tim Cook, che vanta un valore di mercato di oltre 700 miliardi di dollari. Il campanello d'allarme è il rallentamento delle vendite degli iPhone, il gioiello di casa, mai così accentuato dal 2007, quando fu messo sul mercato il primo modello. Risultato: le entrate nel primo trimestre fiscale conclusosi il 26 dicembre sono calate come mai era successo negli ultimi 15 anni: 75,9 miliardi di dollari contro i 76,54 miliardi previsti dagli analisti di Wall Street.
Solo lo scorso anno si era registrato il record degli smartphone venduti da Cupertino, grazie all'introduzione alla fine del 2014 dell'iPhone Plus, con la novità dello schermo più grande: un pò telefono un pò tablet. Ora l'inversione di tendenza viene attribuita dai vertici dell'azienda al superdollaro, che inevitabilmente influenza il numero delle vendite. Ma sono molti gli investitori e gli analisti che da tempo spiegano il calo delle vendite con le poche vere novità che gli ultimi prodotti Apple hanno mostrato, generenado così meno entusiasmo rispetto al passato tra i consumatori. Ma altre spie che lasciano intravedere una nuova fase per Apple sono le vendite degli iPad, in calo da due anni, e quelle dei computer della linea Mac, anch'esse in flessione di fronte a una concorrenza sempre più agguerrita.
A ciò si deve poi aggiungere la deludente prestazione finora dell'Apple Watch e il successo ancora incerto del servizio di streaming. Nel dettaglio, gli iPhone venduti nel primo trimestre fiscale conclusosi il 26 dicembre sono stati 74,8 milioni in tutto il mondo, contro le previsioni che parlavano di 75,46 milioni.
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