ROMA. Le spese farmaceutiche potrebbero non rientrare nel prossimo 730 precompilato.
«C'è un problema con le farmacie, alcune associazioni di categoria nonostante la legge hanno equivocato sul termine e non hanno conservato parte degli scontrini. C'è una difficoltà oggettiva della categoria, la memoria è stata cancellata e le informazioni sono irrecuperabili».
Così Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle Entrate, in audizione alla Camera, specificando che «ci sono dei problemi tecnici, stiamo finendo di verificare».
Nel prossimo 730 precompilato «ci saranno le spese mediche, soprattutto tutto il sistema della tessera sanitaria e i dati che stanno arrivando dai medici».
Ha confermato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, sottolineando però che il problema sono le farmacie: «è un problema di intera categoria su cui per quest'anno c'è una difficoltà oggettiva perchè queste memorie sembrerebbero ad oggi non recuperabili» e sebbene il provvedimento abbia avuto una lunga fase di preparazione, «c'è stato un problema di comprensione di quello che dovevano fare i farmacisti».
Il direttore Orlandi ha poi sottolineato come per il modello 730 precompilato sia un momento di grande sviluppo, «siamo nella fase clou e speriamo di superare, con lo sforzo soprattutto di
Sogei, i problemi dei lievi ritardi (stiamo ancora discutendo di quanto possano essere tollerati)».
Nella legge di stabilità - ha continuato Orlandi - ci sono anche alcune semplificazioni perchè «fatemelo dire, questo è un Paese complicato e ogni anno si complica di più, il librone di
deduzioni e detrazioni non è diminuito e ad ogni legge di stabilità aumenta».
Una proroga di 10-15 giorni oltre il termine del 31 gennaio per l'invio dei dati sanitari del 730 precompilato «comporterebbe ritardi per l'erogazione dei rimborsi», ha aggiunto Orlandi.
«Per questo motivo, stiamo ragionando con Sogei, per verificare se si può trovare una soluzione senza danneggiare i contribuenti», ha aggiunto Orlandi, spiegando che i dati sono sensibili e che il Garante della Privacy ha dato ai contribuenti un mese di tempo (1-28
febbraio) per inibire il trattamento del dato.
«Presumiamo che siano pochissimi a farlo, ma comunque questo ci porta a trattare i dati da marzo. Con un ritardo di 10-15 giorni riduciamo i tempi a Sogei che sta facendo tutte le prove tecniche ma rischia di saltare, il che vuol dire che il 15 aprile non sarà disponibile e quindi i 20 milioni di contribuenti successivi avranno un ritardo nell'erogazione dei
rimborsi», ha concluso Orlandi.
Caricamento commenti
Commenta la notizia