PALERMO. Svettano come cattedrali nelle periferie, immense costruzioni che ricreano piazze artificiali. I centri commerciali calamitano consumi e interessi. Ma ora la Regione dice no a nuove strutture. In mattinata, è stato il vicepresidente Mariella Lo Bello, assessore alle Attività produttive, a innescare la miccia. Intervenendo alla conferenza del progetto educativo antimafia promossa dal Centro Pio La Torre al cinema Rouge et Noir di Palermo, aveva detto: «Per colpire al cuore le mafie bisogna conoscere la provenienza delle risorse economiche, ricorrere alla tracciabilità così come indicato da Falcone nel suo metodo. Spesso i centri commerciali sono le lavanderie di ultima generazione degli interessi mafiosi, fanno morire l’economia, impoveriscono la natura del territorio e colpiscono i piccoli esercizi». Critiche che nel pomeriggio spiega: «Non voglio demonizzare i centri commerciali artificiali ma credo che oggi la Sicilia non abbia bisogno di crearne altri». La critica diventa dunque un no convinto. «Le cronache degli anni passati — spiega Lo Bello — ci hanno raccontato di indagini riguardanti la fase della costruzione di alcuni centri, di speculazioni e di affari poco chiari. Oggi invece è una questione di gestione: spesso nei centri commerciali gli esercizi si avvicendano velocemente e questo, oltre ad essere poco chiaro, crea incertezza nei lavoratori». DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE