PALERMO. Trent’anni dopo l’avvio della liquidazione, domani la Regione chiuderà la società partecipata Siace. Martedì invece sarà pubblicato il bando da poco più di due milioni di euro per mettere in vendita uno dei beni della società Terme di Sciacca, per sanare i debiti e tentare di affidare a privati la gestione di questa struttura. È così che il piano di dismissione delle società regionali avanza tra mille difficoltà. Se cinque strutture sono state già definitivamente chiuse, per altre cinque il governo è chiamato agli straordinari per via di contenziosi decennali e debiti che rischiano di creare un buco da oltre 50 milioni di euro.
Il piano di riordino firmato dal presidente Rosario Crocetta prevede il salvataggio di dieci società e la chiusura definitiva di tutte quelle in liquidazione. Di quest’ultimo aspetto si sta occupando l’ufficio speciale guidato dalla dirigente Grazia Terranova che in pochi mesi ha raggiunto traguardi storici. Già quattro le società definitivamente chiuse: Sicilia Turismo, Quarit, Sicilia e-Innovazione e Ciem. Domani toccherà a Siace, una ex cartiera il cui iter di chiusura va avanti addirittura dal lontano 1985.
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