PALERMO. Se Virgilio avesse portato Dante a Maredolce invece che sulle sponde dello Stige, il Sommo avrebbe letto lo stesso cartello: «Perdete ogni speranza oh voi ch'entrate». A Maredolce, infatti, comincia l'autostrada A19 che finisce a Catania e che è un infermo con più gironi di quello dantesco.
Altro che Commedia: una Tragedia. Tutti i siciliani la conoscono ma è utile riassumere qualche dato essenziale. L'opera è lunga 192,8 km, è stata realizzata tra gli anni 1965/75. Nel 1970 è stato aperto al traffico il tratto Palermo-Buonfornello e nel 1975 il tratto Buonfornello-Catania. Conta ben 219 opere, tra ponti e viadotti, per uno sviluppo complessivo di circa 59 km, pari al 31% dell’intero tracciato, 28 gallerie di lunghezza complessiva di circa 8 km, pari al 12% del tracciato e 19 svincoli.
Allora percorriamola questa autostrada taccuino alla mano per non dimenticare qualcosa. Si parte dal Km 0 in corrispondenza di Maredolce e il benvenuto, al km 1, lo dà un cartello di segnalazione «variabile» che però è spento. La seconda cosa che si nota è la segnaletica orizzontale completamente sbiadita e quasi illeggibile. Il fondo stradale non è il massimo e questo riguarderà l'intera autostrada.
Nei viadotti i punti di giuntura tra i vari pezzi sono, in molti casi, vere scaffe. Un altro problema, diciamo così «globale», riguarda le gallerie che sono comunemente poco illuminate. Problema serio, paradossalmente, di giorno perché il contrasto con la luce esterna assicura all'ingresso qualche istante di completa cecità che spesso induce a brusche e pericolose frenate. Il tempo di abituarsi al buio.
La prima galleria è al km 27 e si chiama Ventimiglia. Ma sono tutte così, sia all'andata che al ritorno. Quello dell'illuminazione è un difetto che vale anche per molti dei 19 svincoli a cominciare da quello per Termini Imerese.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia