PALERMO. «Da quello che leggo mi pare di capire che il progetto che si sta mettendo in piedi rischia di essere una stabilizzazione generalizzata attraverso un’agenzia che contrattualizzerà tutti i precari. E questo mi lascia intravedere due pericoli: nella migliore delle ipotesi si darebbe vita a un altro carrozzone che non risolve nulla e nella peggiore delle ipotesi si creerebbe un meccanismo che potrebbe affossare definitivamente la Regione. Insomma, una cortina fumogena intorno al problema»: Gianpiero D’Alia sveste i panni del leader dell’Udc e reindossa quelli del ministro della Funzione pubblica, ruolo che ha ricoperto nel governo Letta. È a lui che si deve l’ultima norma che ha dettato le regole per i precari. E per questo motivo ora legge con spirito critico la proposta annunciata dal sottosegretario Pd Davide Faraone.
Faraone ha annunciato un piano, concordato con Renzi, per dare il posto fisso a tutti i 22 mila precari che gravitano nell’orbita dei Comuni e della Regione, compresi quella della sanità regionale. Verrà approvato con un emendamento alla legge di Stabilità. Va in soffitta così la sua legge?
«Intanto va precisato che nel 2013 il cosiddetto decreto 101 non aveva previsto stabilizzazioni generalizzate ma un percorso graduale di inserimento nelle pubbliche amministrazioni. Altre soluzioni non sono consentite da una serie di problemi non di poco conto».
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