PALERMO. Roma dà il via alla corsa degli enti locali per accaparrarsi altri 850 milioni con cui pagare i debiti verso le imprese. Ma in Sicilia i pagamenti continuano a registrare ritardi e, soprattutto, la macchina amministrativa dei Comuni non è stata adeguata agli obblighi di legge: non vengono fatte le certificazioni dei crediti e ciò non consente alle imprese di ottenere anticipazioni bancarie.
La nuova tranche di finanziamenti è stata annunciata dal ministero dell’Economia: si tratta di anticipazioni di liquidità erogate dalla Cassa depositi e prestiti per pagare i debiti maturati entro il 31 dicembre 2014. È una procedura lampo iniziata mercoledì scorso: entro domani i Comuni dovrebbero presentare alla Cassa depositi e prestiti la richiesta di avere i fondi illustrando i debiti certi, liquidi ed esigibili a cui far fronte. Poi ci sarà la suddivisione delle risorse su base nazionale.
Ma è proprio su questo passaggio che in Sicilia si registrano i maggiori problemi. Secondo una rilevazione del Centro studi di Confindustria, il 59% dei Comuni siciliani non pubblica i dati necessari ai pagamenti. Numeri alla mano, 232 Comuni su 390 non hanno aggiornato la propria banca dati, che dovrebbe indicare tra l’altro i creditori, gli importi, la data della fattura, il protocollo della pratica, la scadenza in cui dovrebbe avvenire il pagamento e poi la data dell’effettivo pagamento.
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