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Pip senza documenti in regola, arrivano altri 50 licenziamenti

Controlli insufficienti e norme vaghe: così centinaia di precari hanno beffato la Regione e incassato 832 euro al mese

PALERMO. Riceveranno la comunicazione ufficiale solo fra qualche giorno ma già da ieri 50 precari palermitani non fanno più parte dei Pip. Cancellati dall’assessorato regionale al Lavoro, non riceveranno più il sussidio da 832 euro al mese che con gli assegni familiari può superare i mille.

Perdono così il privilegio di far parte di uno zoccolo duro di precariato in cui, da 15 anni e fino al maggio scorso, si poteva perfino stare senza lavorare e ricevere l’assegno: «potenza» di un sistema di leggi che tollerava l’assenza di controlli.
I 50 di ieri sono stati «licenziati» perchè non hanno risposto alla richiesta di presentare la dichiarazione dei redditi per verificare se erano al di sotto dei 20 mila euro annui personali (o 40 mila familiari): quando si è al di sopra si perde il diritto al sussidio in base a una legge di appena un anno e mezzo fa.

La prima che prova a dare delle regole a un settore creato alla fine degli anni Novanta dal Comune di Palermo per dare una chance ad ex detenuti. «Fino a quel momento - spiega la dirigente dell’assessorato al Lavoro, Anna Rosa Corsello - l’unica cosa da verificare era l’iscrizione nell’elenco dei Pip. Poi scattava il contributo». Che alla Regione costa oltre 30 milioni all’anno.

Nel gennaio 2014 i Pip erano 3.100, oggi sono 2.678. La Regione paga mentre a impiegarli sono Comuni, onlus e scuole. «A gennaio 2014 - prosegue la Corsello - fu stabilito che i Pip dovevano essere ”licenziati” se avevano un reddito di 20 mila euro. Da quel momento sono scattati i controlli e, acquisite le competenze dal Comune e dalla Trinacria Onlus, abbiamo iniziato a controllare anche il casellario giudiziario di questi Pip».

E in pochi mesi vengono espulsi 600 Pip «ricchi» (alcuni milionari) o con reati gravi alle spalle. Ma a giugno del 2014 la legge viene modificata e il limite di reddito elevato a 40 mila euro annui familiari.

 

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