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Sale la fiducia dei consumatori, al massimo da 13 anni

ROMA. La fiducia dei consumatori registrata dall'Istat ad ottobre è la più alta da febbraio 2002, oltre 13 anni fa. Sale a 116,9 punti dai 113 di settembre. Sono in espansione tutte le componenti della fiducia a partire da quella economica. Migliorano i giudizi e le attese sulla situazione economica del paese e calano le attese di disoccupazione.

L'indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta a ottobre 2015 a 116,9 da 113,0 del mese precedente. L'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator) in base 2010=100, sale passando a 107,5 da 106,1 di settembre. Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento più marcato per quella economica (a 153,0 da 143,9) e più lieve per quella personale (a 103,9 da 103,6), quella corrente (a 109,3 da 108,0) e quella futura (a 127,1 da 122,3).

Migliorano le stime sia dei giudizi sia delle attese sull'attuale situazione economica del Paese (a -32 da -46 e a 27 da 15, i rispettivi saldi). I giudizi sui prezzi relativi ai passati 12 mesi restano al livello dello scorso mese (a -19 il saldo). Il saldo relativo alle attese sui prezzi nei prossimi 12 mesi passa a -23 da -18. Diminuiscono le attese di disoccupazione (a -2 da 6). Riguardo le imprese, cresce il clima di fiducia dei servizi di mercato (a 113,1 da 112,2), quello della manifattura (a 105,9 da 104,4) e quello del commercio al dettaglio (a 116,6 da 109,2), ma scende quello delle costruzioni (a 119,8 da 123,3).

Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -9 da -11 il saldo) sia le attese sulla produzione (a 14 da 12), invece i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 3). Nelle costruzioni peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -35 da -30, il saldo) mentre le attese sull'occupazione rimangono stabili a -7. Nelle imprese dei servizi migliorano le attese sull'andamento generale dell'economia, il cui saldo sale a 27 da 17; si riducono, invece, sia i giudizi sia le attese sul livello degli ordini (a 7 da 9 e a 4 da 9, i rispettivi saldi). Nel commercio al dettaglio migliorano sia i giudizi sulle vendite correnti (a 24 da 16), sia le attese sulle vendite future (a 41 da 29) e in diminuzione sono giudicate le giacenze di magazzino (a 7 da 10).

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