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Li Calzi: "Rilanciare il turismo termale in Sicilia"

PALERMO.  «L'Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo in questi mesi ha avviato, in stretto raccordo con la rete delle città termali della Sicilia da poco formalmente costituita, un percorso finalizzato a sostenere lo sviluppo competitivo di un settore che, pur avendo nel passato usufruito di molte risorse, non ha mai innescato processi di sviluppo locale in grado di autosostenersi anche dal punto di vista finanziario nè ha mai creato le condizioni necessarie per la qualificazione dell'offerta turistica necessaria ed indispensabile per il posizionamento competitivo del turismo termale». Così in una nota l'assessore Cleo Li Calzi.

«Le qualità terapeutiche delle acque termali che la Sicilia può vantare - sottolinea la nota -, non hanno nulla da invidiare a  quelle di altre regioni che del termalismo hanno saputo fare risorsa capace di apportare un solido sviluppo economico ai territori. A ciò si aggiunga l'eccezionale contesto culturale e naturalistico in cui si inseriscono. Per tale ragione, anche in vista delle risorse che saranno disponibili con la nuova programmazione 2014-2020, si è ritenuto prioritario intervenire con una strategia di sistema che coinvolgesse direttamente gli undici comuni della rete delle città termali a partire da studi di settore finalizzati ad implementare una strategia che aggiunga all'offerta turistica dell'Isola, anche il segmento del benessere termale». «Integrare con il termalismo l'offerta turistica della Sicilia - dichiara Cleo Li Calzi -, che oggi è qualificata da alcune eccellenze quali le città d'arte, l'archeologia, i siti Unesco, l'enogastronomia, il mare, significa potenziare e diversificare ulteriormente il brand 'Sicilià, tenendo conto che è sempre più diffusa la domanda di 'turismo del benesserè che consente di aggiungere anche periodi di relax e cura alle proprie vacanze e che questa integra l'offerta di turismo relazionale che ha visto quest'anno la Sicilia guadagnare posizione nel mercato».
«In raccordo con altri settori dell'Amministrazione regionale - aggiunge l'assessore Li Calzi -, che sono competenti ad esempio per le concessioni delle acque o per il servizio sanitario,
pensiamo anche ad un riordino normativo del settore attraverso un apposito disegno di legge (a partire da quello già presentato all'Ars, da alcuni parlamentari) e, nelle more, ad attività, più strettamente di nostra competenza, quali lo sviluppo delle attività ricettive, la promozione e l'integrazione con gli itinerari già consolidati».  «Le caratteristiche delle città siciliane - conclude l'assessore Li Calzi -, che nel proprio territorio hanno sorgenti termali, si
prestano perfettamente, a tipologie di soggiorno, quali l'albergo diffuso, il paese albergo, le seconde case, sempre più ricercate dai mercati del nord Europa, per i quali la possibilità di
trascorrere le vacanze in un clima più mite anche in inverno, beneficiando dei trattamenti sanitari riconosciute dall'unione europea anche in altri paesi (Direttiva UE 24 del 2011),
rappresenta, soprattutto per le fasce meno giovani della popolazione, un'opportunità assai interessante».  Le città siciliane che aderiscono alla rete delle città termali sono Acireale (CT), Alì Terme (ME), Calatafimi-Segesta (TP), Castellamare del Golfo (TP), Geraci Siculo (PA), Lipari (ME), Montevago (AG), Sclafani Bagni (PA), Sciacca (AG), Terme Vigliatore (ME), Termini Imerese (PA).

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