PALERMO. "Non c'è alcun esodo o deportazione di insegnanti. La percentuale dei trasferimenti sarà minima e questo emergerà dai dati ufficiali. Con la buona scuola in Sicilia entro due anni saranno create tra i 10 e 12 mila nuove assunzioni. E' come se aprissero 10 nuove Fiat di Termini Imerese".
Lo ha detto il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone a Palermo dove ha incontrato i direttori scolastici provinciali. "Con la riforma della buona scuola si fa in Italia un imponente piano di assunzioni che comporterà un miglioramento della didattica con otto insegnanti in più per istituto - ha aggiunto -. Stiamo parlando di 160 mila assunzioni in due anni e poi da quest'anno ci sono le risorse per far funzionare le scuole in autonomia, i presidi non dovranno più chiedere soldi alle famiglie per comprare la carta igienica". "Oltre 870 scuole siciliane - ha concluso - in pratica disporranno di 20-25 mila euro in più per istituto".
Intanto l'azione sindacale contro la legge sulla riforma della scuola e per chiedere "che la situazione attuale cambi" riprenderà l'1 settembre proprio in Sicilia con una serie di iniziative di informazione e dibattito "per mantenere i livelli di democrazia e di partecipazione nelle scuole". Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals Confsal regionali hanno organizzato per il primo giorno del mese manifestazioni con volantinaggi presso tutti gli ambiti territoriali dell'amministrazione scolastica e davanti la direzione regionale dell'ufficio scolastico regionale.
Il 3 e 4 settembre si svolgeranno inoltre assemblee unitarie provinciali delle Rsu, l'11 settembre sarà la volta, a Roma, dell'Assemblea nazionale unitaria delle Rsu e dal 14 settembre, giorno di inizio della scuola in Sicilia, partiranno le assemblee nei luoghi di lavoro. "La legge 107- scrivono i sindacati in una nota- è una brutta legge con un impianto arretrato e autoritario, che nega democrazia e diritti, è priva di una visione strategica ed è in contrasto con i principi costituzionali della libertà di insegnamento e del diritto allo studio. Il prossimo anno scolastico - continuano - sarà un anno difficile. Troveremo una scuola diversa, più condizionata dalla politica, meno partecipata nella gestione, più autoritaria e meno democratica, meno libera nell'espressione pedagogica degli insegnanti, con meno personale Ata escluso dal piano delle assunzioni. Sarà una scuola ancora senza contratto rinnovato e con nuovi e discrezionali meccanismi salariali".
Dai sindacati, che hanno anche chiesto sull'argomento un incontro all'assessore regionale all'istruzione, viene un appello ai lavoratori della scuola "a continuare a esprimere l'impegno attivo, dentro e fuori le scuole, per mantenere i livelli di democrazia e partecipazione della scuola italiana".
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