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Cascio: «Trasferimenti dei regionali, riforma inutile si proceda d'ufficio»

"Gli strumenti per trasferire i dipendenti regionali da un dipartimento all'altro in base alle necessità ci sono già, non servono nuove riforme che rischiano di restare inapplicate". Il coordinatore e deputato all'Ars del Nuovo Centrodestra, Francesco Cascio, risponde così alla proposta di una nuova riforma della pubblica amministrazione siciliana lanciata dal leader dell'Udc, Gianpiero D' Alia, sul Giornale di Sicilia. Proposta che segue un nuovo caso di atto di interpello per il personale regionale che non ha fatto registrare le adesioni sperate. Secondo Cascio, occorre anche rinnovare la burocrazia siciliana con prepensionamenti e concorsi, «perché la Regione ha bisogno di professionalità nuove che al momento delle ultime assunzioni non esistevano».

Crede che sia necessaria una riforma per trasferire i dipendenti negli uffici in cui sono più necessari?
«Mi pare un principio saggio, ma non serve una riforma. Non servono nuove norme che richiedono tanto tempo e ancora più tempo per essere applicate. Basta utilizzare al meglio la legge e la volontà politica del governo, perché sono già previsti i trasferimenti d' ufficio ele delibere di giunta. Quando Crocetta fece la deportazione di massa dall' assessorato al personale due anni fa spostò cento persone dall' oggi al domani. Fu sbagliata quella manovra di Crocetta perché con gli spostamenti di massa non si risolvono i problemi dell' amministrazione regionale. Però, non servono altre leggi per piazzare il personale nei posti in cui occorre».

E, secondo lei, cosa occorre fare?
«Basta fare la mappatura delle necessità degli uffici e trasferire le persone. Chiedere la volontà dei dipendenti è una buona cosa. Ma se all' atto di interpello non risponde nessuno, il governo ha il dovere e la possibilità di agire direttamente, senza aspettare il nulla osta dei capi dipartimento. Si può fare, ad esempio, con una delibera di giunta. E comunque non è vero che tutti gli atti di interpello non funzionano, perché ad esempio l' atto di interpello che ha fatto il Corecom qualche mese fa ha avuto più richieste rispetto ai posti disponibili. Quindi, agli interpelli la gente risponde, non lo fa evidentemente quando l' assessore o il dirigente generale non ti mettono in condizione di accettare la proposta. Inoltre, non c' è bisogno di fare altre riforme anche perché proprio l' ultima riforma che si fece della burocrazia, portata avanti dall' allora assessore alla Funzione pubblica del governo Lombardo, Caterina Chinnici, a distanza di quasi cinque anni dalla sua approvazione è inapplicata».

Perché?
«Perché non sono stati fatti i decreti attuativi. Ricordo che era stata presentata come la riforma che avrebbe cambiato il volto della pubblica amministrazione siciliana. A distanza di questi anni non è mai stata applicata e gli strumenti che la politica aveva creato per migliorare e fluidificare la macchina amministrativa non sono mai stati messi in atto.Lombardo poi si dimise, ma il governo che è subentrato aveva l' obbligo di seguire la fase attuativa della riforma. Invece non se n'è occupato nessuno».

Quali disagi ha comportato non avere dato seguito a quella riforma?
«Tutte le novità normative che erano previste e che servivano a rendere più funzionale la burocrazia e più veloce il processo amministrativo non sono state messe in campo. Il rischio adesso sarebbe sempre quello di creare nuove riforme, ma di non applicarle. Gli strumenti già adesso per risolvere il problema già ci sono. Non serve invocarne altri».

Quindi, le sembra essere un problema di demotivazione quello legato alla mancata adesione agli atti di interpello?
«C' è una demotivazione assoluta nella burocrazia regionale, perché questo governo ha trattato i burocrati regionali indistintamente come dei fannulloni, dei corrotti o peggio ancora, quindi è chiaro che nessuno vuole lavorare con Crocetta e questo governo. Se il governo avesse avuto un atteggiamento più propositivo nei confronti dei dipendenti regionali e non li avesse massacrati indistintamente, avrebbe ottenuto risultati diversi. La classe burocratica invece si ritrae e non risponde alla politica. Se il governo avesse avuto la capacità di riacquisire la fiducia della burocrazia, qualche risultato ci sarebbe stato».

Che ne pensa del piano Baccei che avrebbe dovuto rinnovare l'amministrazione regionale con i prepensionamenti e le nuove assunzioni?
«Quando parla Baccei non si capisce se parla a titolo personale o a nome del governo, perché siamo stati abituati a vedere un assessore che rema in una direzione e il governatore che rema in quella opposta. Io credo che se il piano Baccei fosse uno strumento condiviso e messo in pratica dal governo potrebbe funzionare. Perchè che la Regione abbia bisogno di prepensionamenti non c' è dubbio, ma non c' è dubbio altresì che la Regione abbia bisogno di nuove professionalità, perché la sua pianta organica è vecchia e molte figure che servirebbero oggi all'interno non ci sono, come dimostra la notizia che la Regione abbia dovuto rivolgersi al Formez per prendere dei facilitatori dei meccanismi di spesa dei fondi comunitari per un anno. Se ha dovuto ricorrere al Formez è proprio perché manca questa figura all'interno della macchina amministrativa».

Questo che cosa testimonia?
«Che alla Regione servono anche nuove professionalità. Per questo servirebbero nuove assunzioni. Anche in funzione del fatto che gli ultimi concorsi sono stati fatti circa vent' anni fa».

Secondo lei, arriverà fino alla fine della legislatura il governo Crocetta?
«Siccome ritengo che il governo Crocetta sia una calamità il mio auspicio è che se ne vada domani, ma ragionevolmente capisco che domani non se ne andrà. Quindi, auspico che le forze politiche trovino una via di fuga per tornare al voto nella prossima primavera».

Come procede il dialogo tra Ncd e Udc?
«In Sicilia il rapporto tra i dirigenti dei due partiti è ottimo. Rimane la distanza che abbiamo sul piano pratico. Loro sono al governo, noi all' opposizione. Se riusciremo a intravedere insieme un percorso che possa accelerare la fine della legislatura io credo che i rapporti possano essere ulteriormente rinsaldati per arrivare a un gruppo parlamentare unico entro la fine dell' anno. Ma io credo che da questo punto di vista ci sarà in autunno un' iniziativa politica da fare in comune per mettere a frutto questo progetto che portiamo avanti da alcuni mesi e che adesso è giunto probabilmente alla fase della concretizzazione».

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