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Lo sciopero all’Ikea di Catania, la Uil Tucs: «Annullati gli accordi precedenti»

Sabato la protesta dei lavoratori a tempo indeterminato. Il colosso svedese: il mercato è cambiato

CATANIA. Lavoratori a tempo indeterminato in sciopero, servizio clienti chiuso e qualche disagio per i clienti nel weekend certamente non incoraggiati a fare importanti acquisti per la mancanza di commessi – dalla proverbiale cordialità - cui chiedere informazioni. Anche a Catania i dipendenti Ikea, circa 200, hanno aderito sabato alla giornata di mobilitazione nazionale decisa dai sindacati.

La manifestazione di protesta succede a quella di un mese fa – la prima in assoluto per Ikea in Italia – organizzata in giorni alternati nelle varie sedi italiane della multinazionale svedese e che in alcuni casi (come a Genova) aveva obbligato alla chiusura del punto vendita. A Catania, sabato, hanno lavorato gli addetti meno “protetti” dal punto di vista contrattuale. Ovvero precari, interinali, stagisti, tirocinanti e qualche manager. «Ma col cuore – confessa chi è rimasto dentro a lavorare e a rispondere alla inevitabile curiosità dei clienti – eravamo tutti fuori a protestare con i colleghi che hanno rinunciato al salario di un giorno per manifestare il disappunto nei confronti dell’azienda». Al centro del dibattito nazionale sono le trattative per il rinnovo del Cia, ovvero il Contratto Integrativo Aziendale che, secondo i lavoratori, è rivisitato al ribasso. Anche ieri la fantasia dei lavoratori Ikea di Catania – per formazione istruiti alla creatività e alla forza dell’immagine per comunicare – non è mancata e, insieme alle bandiere blu di Uil Tucs (il sindacato di categoria della maggior parte dei dipendenti) non è mancata l’ironia.

 

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