PALERMO. I dipendenti regionali torneranno in piazza il 29 aprile. Un giorno prima dell’approvazione della Finanziaria. È fallita la trattativa che Crocetta aveva faticosamente intavolato con i sindacati per cercare di arrivare a un testo condiviso per i tagli a premi e straordinari e soprattutto per l’equiparazione delle pensioni dei regionali a quelle degli statati (che comporta una riduzione media del 20%).
Oggi era previsto il vertice decisivo fra gli assessori all’Economia e alla Funzione pubblica, Alessandro Baccei e Ettore Leotta, e i sindacati. Ma l’incontro è stato interrotto dopo pochi minuti perchè Baccei ha ritenuto incondivisibili le proposte e gli accordi che stavano maturando. Segnale di una evidente diversità di vedute all’interno della giunta e dei partiti della maggioranza sui tagli ai regionali. Baccei ha invocato il rispetto degli accordi presi con il governo nazionale mentre Leotta e il leader dell’Udc Giovanni Pistorio avrebbero limtato i tagli.
Lo scontro principale è andato in scena sulla norma che avrebbe reso illimitata nel tempo la possibilità di andare in prepensionamento per tutti gli assunti prima del 1986. Mentre una seconda norma avrebbe ridotto il taglio dell’assegno di quiescenza.
Di fronte a questo scontro i sindacati hanno subito scelto la via dello sciopero, che si farà il 29 aprile. Un primo sciopero, a marzo, era stato fatto solo da Cgil e Uil mentre autonomi, Cisl e Ugl avevano revocato la loro protesta scommettendo sulla trattativa offerta da Crocetta.
Per Giovanni Borrelli e Luca Crimi della Uil «dopo la lunga e inutile trattativa con l’Aran per discutere sulle norme pensionistiche e contrattuali dei dipendenti della Regione siciliana, nulla è stato prodotto. Il governo regionale ha, infatti, perso tempo e oggi al tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali ha fatto emergere inoltre posizioni contrastanti all’interno del governo stesso. L’assessore Baccei, infatti, ha subito abbandonato l’incontro non condividendo le linee guida precedentemente concordate dall’Aran su indicazione del presidente Crocetta. Un gesto utile, questo, solo a ricompattare i sindacati che adesso sono pronti a proclamare lo sciopero generale».
Per Marcello Minio e Dario Matranga dei Cobas «è andato in scena un teatrino della politica poco edificante in cui uno degli assessori ha smentito il suo stesso impegno sottoscritto nel protocollo d'intesa con i sindacati. Non è accettabile che solo per demagogia e sudditanza alla politica romana si debbano calpestare diritti acquisiti e principi costituzionali».
Mentre per Gigi Caracausi e Paolo Montera della Fp Cisl «il governo è diviso e schizofrenico. E il presidente della Regione è assente. A questo punto non possiamo che interrompere ogni dialogo e proclamare lo sciopero, insieme a tutte le altre sigle, per il prossimo 29 aprile. Baccei che è entrato a gamba tesa su questioni che riguardano la Funzione pubblica, ponendo il veto su alcune parti che avrebbero peraltro prodotto un maggiore risparmio e, cosa più grave, ha abbandonato l'incontro».
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