
PALERMO. «La Regione è pronta a fare la propria parte per sostenere il processo di espansione delle aziende vitivinicole e olearie all’estero. Sono in arrivo finanziamenti che permetteranno di investire sulla qualità dei nostri prodotti»: Nino Caleca, assessore all’Agricoltura, lancia così le aziende siciliane al Vinitaly e traccia la rotta del settore.
Da qualche settimana il governo ha iniziato a sperare nella ripresa economica. Ci sono indicatori che lascerebbero ipotizzare una crescita fra lo 0,5% e l’1,5%. Il mondo del vino sfrutterà questa tendenza?
«Intanto va premesso che il settore vitivinicolo non è in crisi. E lo dimostrano i dati delle presenze al Vinitaly e della produzione. A Verano siamo rappresentati da 165 aziende, esattamente quante erano l’anno scorso. Significa che c’è una certa stabilità nel settore. Ma ciò che mi rende più ottimista è il dato sulla produzione».
Ce lo illustra?
«Solo per quanto riguarda la Doc, nel 2014 sono stati prodotti 150 mila ettolitri mentre l’anno prima erano stati 120 mila. E le bottiglie sono 20 milioni, cioè 4 milioni in più del 2013. C’è un aumento della produzione e, soprattutto, della qualità della produzione. Mentre diminuisce la superficie vitata, che è di 104 mila ettari. È il segnale che si sta scegliendo la via della qualità abbandonando quella della quantità fine a se stessa. È questa è una scelta che paga, come dimostra la crescita dell’esportazione del nostro vino. Finiscono fuori dall’Italia 405 mila ettolitri all’anno».
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Persone:
1 Commento
giuseppe
22/03/2015 22:34
Caro assessore ma dove vive???? Non ha la capacita' di capire il settore, come sempre persone incompetenti alla guida dell assessorato agricoltura. Non conosce nemmeno i dati ufficiali lei e zero in tutto. Il settore e' in piena crisi lo chieda agli agricoltori che sono in ginocchio, lasci stare le aziende che sono andate al vinitaly, quello e' funo negli occhi. Le parla uno che e' del settore da anni. Per quanto riguarda la diminuziobe di superficie vitata non e' vero che si e' passati ad una diminuzione x favorire la qualita', sono tutte cazzate. Il vero fatto e che non avendo reddito e non potendo piu' sfamsre una famiglia l agricoltore e' costretto a vendere i diritti x rioinare i debiti fatto in azienda. Le faccio presente che ora c' e' la bstosta Imu sui terreni. Si dinette se ha gli attributi non e' cosa sua non ha la capacita'. Diversamente lo dimostri con atti concreti a favore diretto dell agricoltore e non da sindacato o sgrica facende e sa a cisa mi riferisco.