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Caro benzina e tariffe alte, aree di servizio in sciopero il 31 marzo e l'1 aprile

Scatta infatti la seconda tornata dello sciopero dei gestori degli impianti di carburanti aderenti a Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio contro il piano di ristrutturazione delle rete delle aree di servizio al quale sta lavorando il ministero delle Infrastrutture di concerto con quello dello Sviluppo economico

ROMA. Niente pieno in autostrada il 31 marzo e l'1 aprile. Scatta infatti la seconda tornata dello sciopero dei gestori degli impianti di carburanti aderenti a Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio contro «il sistema ministeriale di protezione degli interessi dei concessionari autostradali».

Le tre sigle sono sul piede di guerra da tempo contro il piano di ristrutturazione delle rete delle aree di servizio al quale sta lavorando il ministero delle Infrastrutture di concerto con quello dello Sviluppo economico. L'atto definitivo ancora non c'è, probabilmente anche a causa del terremoto che ha travolto l'ex ministro Maurizio Lupi, ma una riunione con i gestori potrebbe essere messa in agenda al Mise con il viceministro Claudio De Vincenti e con il sottosegretario Simona Vicari, anche per cercare di scongiurare il nuovo sciopero.

I primi due giorni di stop, con «grandissima adesione» secondo le tre sigle, si sono svolti il 4 e 5 marzo scorsi e adesso arriva la nuova agitazione. «Si tratta della fatale conseguenza - spiegano le tre associazioni di categoria - dell'atteggiamento di totale arroccamento delle strutture politico-burocratiche dei Ministeri competenti a strenua difesa e protezione del 'sistema', tanto opaco quanto monolitico, posto a garanzia degli interessi e delle rendite di posizione di cui godono i concessionari autostradali».

Secondo i gestori, infatti, il sistema «garantisce aumenti sistematici dei pedaggi e delle tariffe, proroghe ultra decennali di già lunghissime concessioni, rimesse milionarie statali praticamente a fondo perduto, oltre la possibilità di imporre un regime di royalty ad esclusivo ed ulteriore vantaggio dei concessionari che si traduce in prezzi dei carburanti più alti d'Europa e standard di servizio sempre più rarefatti e inadeguati ad un bene pubblico offerto in concessione». I gestori, insomma, chiedono che i concessionari autostradali rinuncino a qualcosa, per esempio alla «pretesa di imporre anche ulteriori royalty su carburanti, caffè e panini».

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