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Postiglione: “Con i beni confiscati alle mafie risolvere l’emergenza casa”

In commissione antimafia all’Ars il direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata

PALERMO. Vendere al fondo immobiliare della Cassa Depositi e prestiti i beni di pregio confiscati alle mafie e con le risorse ricavate finanziare a Palermo, a Napoli, a Bari e dove è necessario, la sistemazione di alloggi di superficie idonee per affrontare l'emergenza casa, assegnando gli alloggi a chi ne ha bisogno sulla base delle graduatorie già in mano ai comuni. A lanciare la proposta è il prefetto Umberto Postiglione, direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che ha partecipato a una audizione della commissione Antimafia dell'Assemblea siciliana, presieduta da Nello Musumeci.

Postiglione ha poi aggiunto che "in questo modo si otterrebbero diversi benefici: non cementifichiamo ulteriormente le città, riqualifichiamo il territorio urbano e non creiamo 'isole di difficoltà' evitando concentrazioni di nuclei con problemi e dando speranza di vita migliore". "Attraverso questo sistema - ha proseguito - forse si potrebbe risolvere il problema dell'assegnazione degli alloggi la cui manutenzione costa e i comuni come si sa hanno difficoltà finanziarie. Il comune di Palermo come quello di Napoli è specializzato ad avere difficoltà economiche. In questo modo - ha concluso - diamo un segnale concreto di legalità".

Postiglione ha anche fornito un dato:è Palermo la capitale in Italia per numero di beni confiscati alle mafie. Ben il 40% del totale di tutti i beni tolti a Cosa nostra, camorra, 'ndrangheta e Sacra Corona unita si trova a Palermo e nella sua provincia. A fornire il dato è il prefetto Umberto Postiglione, direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la gestione dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata.

CASO MONTANTE. "Montante si dovrebbe dimettere? Non lo so, dipende da una sua sensibile valutazione". Lo ha detto il direttore dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati, Umberto Postiglione a Palermo, Umberto Postiglione, al suo arrivo a Palazzo dei Normanni, prima dell'audizione in commissione regionale Antimafia, a proposito delle presunte indagini sul presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, che è anche delegato di viale dell'Astronomia per la legalità e componente della stessa Agenzia. Rispondendo ai cronisti dopo l'incontro che ha avuto con la commissione regionale Antimafia, il prefetto Postiglione ha sottolineato che la nomina del consiglio direttivo dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati e sequestrati alle mafie, di cui fa parte Antonello Montante, "spetta al presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministero dell'Interno". "Non ho la possibilità né di chiedere né di proporre - ha aggiunto Postiglione - ma solo di esprimere solidarietà a Montante, che ho conosciuto come persona che si batte per la legalità. Sta vivendo momenti difficili per le dichiarazioni di alcuni pentiti, nessuno è colpevole finché non viene condannato e nessuno è tenuto a dimettersi se viene accusato da qualcun altro". "In Sicilia - ha proseguito Postiglione - possono essere messe in atto architetture diffamatorie, magari c'è qualcuno che nell'ombra ha bisogno di vendicarsi e potrebbe cercare forme di ritorsione. Quando ero prefetto ad Agrigento mi dicevano spesso di non dimenticare che ero nella terra di Pirandello e io rispondevo che in confronto a loro Pirandello era un dilettante. Se poi invece la storia fosse diversa rimarrei sorpreso e addolorato, ma credo che Montante abbia i modi per dimostrare la sua estraneità".

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